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Venezuela: ucciso Oscar Perez, il poliziotto anti-Maduro

Mondo
Polizia e militari per le strade di Caracas, in Venezuela (Getty Images)

E' ancora mistero sulla sorte dell'uomo che lo scorso anno attaccò la Corte Suprema a bordo di un elicottero. In un video lo si vede insanguinato durante il blitz per la sua cattura

Oscar Perez, l'ex ufficiale venezuelano noto per aver messo a segno un attacco in elicottero a Caracas per protestare contro il presidente Nicolas Maduro, è stato ucciso lunedì 15 gennaio nel corso di un blitz delle forze di sicurezza.

Blitz per catturare Perez

Nell'operazione sono morte diverse persone, inclusi due agenti di polizia tra cui Perez. Secondo quanto riporta tra gli altri l'Agence France Presse, il blitz aveva come obiettivo proprio colui che a fine giugno 2017, nel corso delle proteste in Venezuela, aveva attaccato la Corte Suprema a bordo di un elicottero. In una nota, il ministero degli Interni venezuelano ha fatto sapere che alcuni membri di "una cellula terroristica" sono stati uccisi in uno scontro a fuoco e altri cinque sono stati catturati, senza però precisare se Perez sia tra i primi o i secondi.

Giallo sulle sorti dell'uomo

La morte dell'ex poliziotto e attore 36enne – che lunedì era comparso con il volto insanguinato in un video diffuso su Internet – è rimasta per ore avvolta nel mistero. "Ci hanno sparato – spiegava nel video denuncia – non vogliono che ci arrendiamo, vogliono ucciderci". L'uomo ha poi aggiunto: "Non stiamo sparando e continuano ad attaccarci, stiamo tentando di negoziare perché ci sono persone innocenti qui, ci sono civili". Nelle ultime ore sembra che la conferma del decesso di Perez abbia preso sempre più corpo nel Paese.  

L'attacco in elicottero

Maduro ha confermato che l'operazione era volta a catturare "il gruppo terroristico che ha attaccato la Corte Suprema" e che – secondo l'intelligence venezuelana – "stava preparando un'autobomba" per colpire una non meglio precisata ambasciata straniera. Al culmine delle proteste del giugno scorso, Perez e altri complici volarono su Caracas a bordo di un elicottero della polizia lanciando quattro granate contro la Corte Suprema, prima di aprire il fuoco contro la sede del ministero degli Esteri. Nessuno rimase ferito durante l'azione.  

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