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Malesia, Indonesia e Thailandia contro lo stop Ue all'olio di palma

Mondo
Circa 3,2 milioni di malesi dipendono dalla produzione di olio di palma (foto: archivio Getty Images)

I governi dei Paesi del Sud-Est asiatico sarebbero pronti a boicottare i prodotti del Vecchio Continente qualora il Parlamento europeo dovesse approvare la direttiva che lo bandisce entro il 2020

La direttiva Ue che bandisce l’olio di palma entro il 2020 ha suscitato la reazione dei governi di Malesia, Indonesia e Thailandia che sarebbero pronti a boicottare i prodotti del Vecchio Continente nel caso il Parlamento europeo dovesse approvarla. Decine di migliaia di piccoli coltivatori malesi di olio di palma starebbero marciando in queste ore verso l'Ambasciata Europea di Kuala Lumpur per protesta. La direttiva mira ad eliminare definitivamente l'oliodi palma dalle miscele di biocarburanti in Europa entro il 2020.

I rapporti commerciali tra Europa e Sud-Est asiatico

La “Renewable energy directive” (Red) è una direttiva dell’Unione europea che sarà al vaglio del Parlamento a partire dal 16 gennaio. Uno degli obiettivi del provvedimento sarebbe quello di eliminare definitivamente l’olio di palma dalle miscele di biocarburanti in Europa entro il 2020. E proprio questo punto ha scatenato la reazione dei governi del Sud-Est asiatico, in particolare Malesia, Indonesia e Thailandia, pronti a boicottare i prodotti europei in caso di approvazione. Si tratta di una questione piuttosto delicata. In gioco, infatti, secondo l'esperto Pietro Paganini, presidente della piattaforma “Competere”, ci sarebbero i rapporti commerciali tra Europa e tre dei più importanti paesi del Sud-Est asiatico. Nel 2016 in Malesia sono stati esportati prodotti europei per un valore complessivo di 13,2 miliardi di euro. Nel 2015 in Indonesia il commercio bilaterale con l'Unione ha toccato un giro d'affari di 25,3 miliardi, mentre in Thailandia di 32,9 miliardi.

L'indotto dell'olio di palma

L’olio di palma, soprattutto in Malesia, genera un indotto significativo. Circa 3,2 milioni di malesi, infatti, dipenderebbero da questa produzione. Alla Malesia è riconducibile quasi l'8% delle esportazioni totali. Secondo i governi asiatici, il Parlamento europeo sarebbe vittima delle lobby dei produttori di oli vegetali concorrenti che sarebbero spaventati dalla maggiore produttività e sostenibilità dell’olio asiatico. In Malesia, Thailandia e Indonesia, inoltre, la soglia di povertà si sarebbe sensibilmente ridotta proprio grazie alla coltivazione e produzione di olio di palma. Per questa ragione i governi asiatici non vorrebbero rinunciare al nuovo status di benessere raggiunto e sarebbero pronti a tutto per difendere le loro piantagioni, a partire proprio dal boicottaggio dei prodotti europei.

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