Il “contabile di Auschwitz” ritenuto idoneo al carcere: ha 96 anni

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Oskar Groening (GETTY)
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La decisione contro l'anziano ex SS è del Tribunale di Celle, nel nord della Germania. Nel lager l’ex ufficiale Oskar Groening aveva il compito contare, accumulare e inviare ai superiori a Berlino il denaro preso ai prigionieri uccisi o messi ai lavori forzati

Oskar Groening, chiamato il “contabile di Auschwitz”, a 96 anni può scontare in prigione la sua condanna nonostante l'età avanzata. Lo ha deciso il tribunale di Celle, nel nord della Germania, di fronte all'appello presentato dall'ex ufficiale delle Ss, ritenuto colpevole nel luglio 2015 di concorso nell'omicidio di 300mila persone nel campo di concentramento nazista. "Sulla base dell'opinione di esperti, la corte superiore regionale ritiene che il condannato può scontare la pena nonostante l'età avanzata". Verranno prese "appropriate misure precauzionali" per venire incontro alle necessità derivanti dalla sua età, ha aggiunto il tribunale, sostenendo che la carcerazione non viola i suoi diritti fondamentali.

Il suo ruolo nel lager

Groening finora ha vissuto nella sua casa, nonostante la condanna, e tuttora non è chiaro se verrà portato in cella. L'ex ufficiale delle Ss, cassiere di banca, era entrato come volontario nelle Waffen Ss all'età di 21 anni. Nel 1942 fu mandato nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau dove aveva l'incarico di contare, accumulare, e inviare ai superiori a Berlino denaro preso agli ebrei e agli altri prigionieri uccisi o messi ai lavori forzati.

Il processo

Settant'anni dopo la fine della guerra, la sua è stata la prima condanna per complicità nelle atrocità compiute dei nazisti, nell'ambito di una interpretazione estensiva della giurisprudenza tedesca. "Chiedo il vostro perdono, non vi è dubbio che moralmente  sono colpevole. Se sono colpevole anche penalmente spetta a voi deciderlo", aveva dichiarato Groening all'apertura del processo a Lueneburg, nella Germania settentrionale. Ad ascoltarlo vi erano sopravvissuti alla Shoah e parenti delle vittime, 60 dei quali sono costituiti parte civile.

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