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Egitto, sette condanne a morte per presunti terroristi dell'Isis

Mondo
Un vessillo dello Stato islamico (Getty Images)

Alcuni di loro sarebbero gli autori delle decapitazioni di fedeli copti avvenute nel 2015 in Libia. Le condanne in primo grado arrivano dopo il parere favorevole espresso dal Gran Muftì

Nel giorno in cui l'Egitto si risveglia contando i morti del terribile attentato di venerdì alla moschea di Al Rwada, dal Cairo arriva la notizia della condanna a morte di sette presunti terroristi affiliati all'Isis. Tra loro, i probabili autori di decapitazioni di cristiani in Libia nel 2015.

Terroristi Isis condannati

L'attacco di venerdì nel luogo di culto pieno di fedeli sufi riuniti in preghiera, che ha fatto oltre 300 vittime tra cui 27 bambini, non è ancora stato rivendicato. Ma i sospetti ricadono sull'Isis. E proprio al sedicente Stato islamico sarebbero legate le sette persone condannate a morte in primo grado dal tribunale criminale del Cairo sabato 25 novembre, dopo il parere comunque non vincolante espresso dal Gran Muftì, per la religione islamica sunnita il più alto ufficiale della legge.

La cellula "mediterranea" e i boia

I presunti terroristi apparterrebbero a una cellula attiva a Marsa Matruh, cittadina portuale di circa 70mila abitanti sulla costa mediterranea dell'Egitto, al confine con la Libia. Secondo quanto riportano diverse agenzie di stampa, fra loro ci sarebbero anche alcuni dei boia accusati di aver decapitato 21 copti (i cristiani egiziani) nella città libica di Sirte due anni fa, quando nei video delle decapitazioni diffusi dall'Isis veniva chiamata in causa anche l'Italia.

Nuove reclute dell'Isis

Secondo l'atto d'accusa del processo, i terroristi si sarebbero anche occupati di reclutare e formare nuovi adepti alle fila dello Stato islamico. Nuove leve che sarebbero state poi utilizzate in operazioni terroristiche in via di progettazione, anche se non è specificato se in Egitto o altrove.

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