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Attentato New York, Trump: basta, killer aveva green card con lotteria

Mondo

Secondo il presidente, il 29enne di origini uzbeche ritenuto autore dell’attacco sarebbe negli Usa grazie al programma che concede visti con la lotteria: "Chiederò al Congresso di eliminarlo". Si riaccende dibattito su ingressi. De Blasio: “Non politicizzare tragedia”

L’attentato di New York, il peggiore in città dopo l’11 settembre, riaccende negli Stati Uniti il dibattito sull’immigrazione. Donald Trump si è infatti scagliato contro la "lotteria" della Green Card che ha permesso all'autore della strage della pista ciclabile di ottenere il permesso di soggiorno negli Usa. "Il terrorista è entrato nel Paese attraverso il cosiddetto Diversity Visa Lottery Program, una meraviglia di Chuck Schumer (senatore democratico tra i sostenitori del programma, ndr). Io voglio che sia basato sul merito", ha prima scritto su Twitter. Poi ha annunciato che chiederà al Congresso di iniziare "immediatamente" a lavorare per mettere fine al programma dei visti per diversificare l'immigrazione. "Dobbiamo eliminarlo al più presto - ha detto -. Prenderò tutte le misure necessarie per proteggere il nostro popolo". E mentre continuano le indagini sul 29enne di origine uzbeca, sul cui computer sarebbe stato trovato materiale legato all’Isis, il sindaco di New York Bill de Blasio ha invitato a “non politicizzare questa tragedia”. “È L'ultima cosa che il presidente o chiunque dovrebbe fare”, ha detto in un’intervista alla Cnn. Stessa linea del governatore di New York Andrew Cuomo: “Non è il momento di fare politica, non è il momento di fomentare l'odio”.

Trump: “Immigrazione basata sul merito”

Trump, dal canto suo, ha ribadito la volontà di continuare a battersi "con forza per un'immigrazione basata sul merito, non più sulla lotteria dei democratici. Dobbiamo essere - aggiunge - MOLTO più duri e intelligenti". Poi, citando il colonnello Tony Shaffer, ex analista Cia, ha accusato "il senatore Chuck Schumer di contribuire ad importare i problemi europei.". Il riferimento è al fatto che l’attentato di New York sarebbe stato condotto con modalità simili a quelli di Nizza e Barcellona. "L'immigrazione è un bene per l'America", è stata la risposta di Schumer.

“Rafforzamento dei controlli” su chi entra

Sempre su Twitter, il capo della Casa Bianca ha annunciato di aver "ordinato al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale un rafforzamento dei controlli già duri” su chi entra negli Stati Uniti. Il 29enne ritenuto responsabile dell’attentato è dell'Uzbekistan, Paese non incluso nel bando agli arrivi dalle nazioni a maggioranza musulmana di Trump. Sarebbe arrivato nel Paese nel 2010. Incontrando i giornalisti dopo una riunione di governo, il presidente ha spiegato di voler spezzare la catena dell'immigrazione e ha ricordato che l'accusato avrebbe portato in Usa altre persone. Trump ha anche criticato il "politically correct" nel rispondere alla sfida del terrorismo. "Servono una giustizia più severa e più forte" per i sospettati per terrorismo, quella attuale "è uno scherzo" e "fa ridere", ha detto Trump. "Non mi stupisce che molta di questa roba accada", ha aggiunto. Poi, definendo "un animale" il 29enne accusato, rispondendo a una domanda ha evocato la possibilità di inviarlo a Guantanamo: "Certamente lo considererò".

Gli altri tweet di Trump

Già poco dopo l’attentato - a New York erano le 15 di martedì quando un pick-up è piombato su una delle più affollate piste ciclabili di Manhattan facendo almeno 8 morti e 12 feriti - il presidente Usa aveva affidato a internet le sue dichiarazioni. “Quello di New York City sembra un altro attacco opera di una persona molto malata e folle. Le forze dell'ordine stanno seguendo il caso da vicino. NON NEGLI USA!”, aveva scritto. E poi: “Non possiamo consentire all'Isis di tornare o entrate nel nostro Paese dopo averlo sconfitto in Medio Oriente e altrove. Basta!”. Anche un pensiero alle famiglie delle vittime: “I miei pensieri, le mie condoglianze e le mie preghiere sono con le vittime e le famiglie dell'attacco terroristico di New York”.

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