In migliaia a Barcellona sfilano contro l'indipendenza. Organizzatori e prefetto di Madrid: "Oltre un milione". Ministro belga evoca possibile accoglienza per il presidente destituito della Generalitat. Ma il premier Michel smentisce seccamente l'ipotesi
Sono più di un milione, secondo gli organizzatori, le persone che partecipano alla manifestazione organizzata a Barcellona dagli unionisti che si oppongono all'indipendenza della Catalogna, già scesi in piazza ieri a Madrid e lo scorso 12 ottobre nella giornata della festa nazionale della Hispanidad. La polizia, invece, non ha ancora comunicato le sue stime.
I provvedimenti di Madrid
La manifestazione di Barcellona invade la città dopo che il governo spagnolo ha formalizzato nella Gazzetta ufficiale la rimozione del presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e del Govern, lo scioglimento del Parlament, la convocazione di elezioni il 21 dicembre e il licenziamento in massa di oltre 150 alti funzionari catalani. Decisioni, queste, prese dall’esecutivo di Madrid dopo che venerdì il Parlament di Barcellona ha dichiarato l’indipendenza della Generalitat e approvato la costituzione della “Repubblica catalana”.
I dubbi sull’incriminazione di Puigdemont
Rimane incerto il futuro di Puigdemont, che ieri ha invitato alla "opposizione democratica all'applicazione dell'articolo 155". Venerdì, dopo la proclamazione dell’indipendenza, alcuni media spagnoli avevano riferito che il presidente destituito rischiava l'incriminazione per "ribellione", un reato che prevede pene fino a 30 anni di carcere. Ma come agirà la magistratura di Madrid non è chiaro perché, dopo una modifica del codice penale, sembra che senza azioni di violenza l’accusa di ribellione non possa sussistere.
Belgio nega ipotesi asilo per Puigdemont
Il premier belga Charles Michel è dovuto intervenire in prima persona per smentire l'ipotesi di concedere asilo politico a Puigdemont, dopo che un suo ministro ha evocato questa possibilità. Il primo ministro ha detto che l'idea "non è assolutamente all'ordine del giorno" del governo belga. Michel è intervenuto dopo che il suo ministro Theo Francken, membro dell'Alleanza Neo-Fiamminga Nva, aveva detto: "Non è stata presentata ancora nessuna domanda, ma le cose evolvono rapidamente. Vedremo - ha detto il segretario di Stato belga all'Asilo e alla Migrazione, Theo Francken - Quando vediamo la situazione, la repressione da Madrid e le condanne che si rischiano, ci si può domandare se ci sarà un processo equo", ha spiegato, sottolineando tuttavia che se dovesse verificarsi un simile scenario "ci metterebbe in una posizione diplomatica delicata con la Spagna". Parole che hanno fatto infuriare il portavoce del Partito popolare spagnolo Esteban Gonzalez Pons, che le ha bollate come "inaccettabili".
Le elezioni del 21 dicembre
Per quanto riguarda le elezioni del 21 dicembre, indette dal governo spagnolo per “ristabilire la legalità in Catalogna, il vicepresidente destituito Oriol Junqueras, non esclude la possibilità che i partiti indipendentisti possano partecipare. In una lettera aperta pubblicata dal quotidiano catalano El Punt Avui, Junqueras sostiene che le forze secessioniste devono "andare avanti, senza mai rinunciare al voto". Ma, secondo un sondaggio di Sigma Dos pubblicato stamane da El Mundo, gli indipendentisti potrebbero perdere la maggioranza assoluta del Parlamento, anche se il margine sottile tra le due parti prevede una campagna combattuta. Secondo la rilevazione, effettuata su un campione di mille persone, se le elezioni dovessero tenersi oggi, agli indipendentisti andrebbe il 42,5% dei voti, pari a 61-65 seggi mentre la maggioranza nell'assemblea catalana è di 68. Gli unionisti invece otterrebbero il 43,4% dei seggi. Nelle ultime elezioni del 2015, i separatisti vinsero con il 47,7% dei voti conquistando 72 seggi.