Consiglio dei ministri straordinario per dare il via libera all'articolo 155. Il premier spagnolo comunica misure, poi il pacchetto dovrà passare al Senato. Secondo la stampa spagnola, si potrebbe decidere la destituzione di parte o di tutto l'esecutivo di Puigdemont
Il governo spagnolo si è riunito in seduta straordinaria per dare il via libera all'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione: una mossa che consente il commissariamento, almeno parziale, della Catalogna. Il Consiglio dei ministri è finito dopo oltre due ore. Le decisioni sono state comunicate dal premier Mariano Rajoy. Il pacchetto di misure adottato dal Consiglio del ministri deve essere sottoposto all'approvazione del Senato. Il presidente del Senato, il popolare Pio Garcia Escudere, ha convocato una riunione straordinaria dell'ufficio di presidenza.
Verso la destituzione dell’esecutivo catalano?
Secondo la stampa spagnola, con l'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione il governo spagnolo potrebbe decidere la destituzione di parte o di tutto l'esecutivo catalano del presidente Carles Puigdemont. Secondo El Pais, sul tavolo ci sono due opzioni: la sostituzione del presidente Puigdemont e dei ministri dell'Economia e degli Interni, oppure la destituzione di tutto il Govern. L’esecutivo catalano dovrebbe rispondere mercoledì e, probabilmente, dichiarerà la “'Repubblica indipendente di Catalogna”.
Re Felipe VI: “Inaccettabile tentativo di secessione”
Nella serata di venerdì, sulla questione è intervenuto di nuovo il re Felipe VI di Spagna. Ha affermato che la Catalogna “è, e sarà, una parte essenziale della Spagna” e ha denunciato quello che considera un “inaccettabile tentativo di secessione”. La Spagna, ha aggiunto il sovrano, reagirà “con le sue legittime istituzioni democratiche, nel rispetto della Costituzione e dei valori e principi della democrazia parlamentare”.
Come verrà usato l’articolo 155?
Il premier Mariano Rajoy ha annunciato come intende applicare l'articolo 155. Rajoy venerdì ha spiegato di aver concordato le misure di commissariamento con i due partiti unionisti che appoggiano la sua strategia catalana, Psoe e Ciudadanos. Carmen Calvo, capo negoziatrice per il Psoe, venerdì ha spiegato che Madrid prenderà il controllo fra l'altro dei Mossos (la polizia catalana), dei media pubblici Tv3 e Catalunya Radio (un'ipotesi che suscita molte proteste), oltre che dei conti della Generalità e delle competenze del President Carlos Puigdemont. Ci sarebbe accordo, inoltre, per usare il 155 per sciogliere il Parlament e andare alle urne in gennaio. I socialisti, duramente criticati da sinistra da Podemos per l'appoggio a Rajoy, premono perché il 155 sia usato nella forma più leggera e breve possibile. E perché non si ripetano le scene di violenza sui civili ai seggi del primo ottobre, durante il referendum vinto dal Sì all’indipendenza, che hanno scioccato l'opinione pubblica internazionale. Rajoy ha detto che l'art.155 “non suppone l'uso della forza”. Ma non è scontato che sia così.
I prossimi passi
Il pacchetto 155 dovrà essere trasmesso dal governo al Senato, che lo affiderà ad una commissione che inviterà Puigdemont a spiegarsi. Il via libera definitivo, il 27 o il 30 ottobre secondo la stampa spagnola, sembra scontato perché il Pp di Rajoy ha la maggioranza assoluta nella Camera alta. Le organizzazioni della società civile indipendentista catalana annunciano opposizione “pacifica e gandhiana”. Una prima grande manifestazione è convocata già oggi. La Cup, la sinistra del fronte secessionista, propone uno sciopero generale. Anc e Omnium, i cui leader sono in prigione da lunedì per ordine di un giudice spagnolo, preparano anche misure di disturbo ispirate dagli indignados del 2011. Venerdì la prima: migliaia di catalani hanno ritirato ai bancomat 155 euro (come il famigerato articolo) per dare alle banche un assaggio del loro “potere di consumatori”. Le code davanti agli istituti di credito hanno confermato il successo di questa prima mossa.
Il nodo elezioni
Ma la risposta più spettacolare dovrebbe essere la proclamazione della “Repubblica”, forse mercoledì in una seduta di politica generale nel Parlamento di Barcellona, da parte del presidente Puigdemont o con un voto dell'assemblea. Non è chiaro se prima, o dopo, Puigdemont convocherà elezioni “costituenti” ma con la legge elettorale spagnola, che potrebbero frenare l'attivazione del 155. Rajoy e il leader Psoe Pedro Sanchez preferirebbero fosse Puigdemont a convocare anticipatamente le elezioni. In base allo “statuto” della Catalogna solo lui ha la facoltà di sciogliere il Parlamento. I costituzionalisti non sono convinti che il 155 consenta di farlo. E l'ipotesi di andare al voto per cercare di fermare il commissariamento ora è considerata da una parte del fronte indipendentista. La stampa catalana vede in un ritorno alle urne un'ipotesi di uscita dall'impasse istituzionale.