Somalia, sale a 300 il numero dei morti dell'attentato a Mogadiscio

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Le strade di Mogadiscio dopo l'esplosione del camion bomba il 14 ottobre (Getty Images)
GettyImages-Mogadiscio

Lo rendono noto fonti ufficiali del governo somalo. Due membri delle forze di sicurezza nazionali, sentiti dal Guardian, sostengono che uno degli arrestati ha confermato la mano del gruppo terrorista al-Shabaab dietro l'attacco

È salito a oltre 300 morti il bilancio dell'attentato sferrato sabato 14 ottobre a Mogadiscio. Lo rendono noto fonti ufficiali del governo somalo che hanno fornito la stessa cifra anche per quanto riguarda il numero dei feriti finora accertati.

La mano di al-Shabaab

Intanto il Guardian, che cita due ufficiali delle forze di sicurezza somale, riporta che un membro chiave della cellula terroristica che ha lanciato l'attacco, dopo esser stato arrestato dalla polizia somala, avrebbe confermato la responsabilità del gruppo terrorista al-Shabaab. Un'ipotesi, questa, che parrebbe confermare la strategia di tensione annunciata dalla formazione islamista legata ad Al-Qaeda. Al-Shabaab aveva infatti promesso un aumento degli attacchi sulla capitale, in risposta al piano di contrasto delle cellule terroristiche attive nel paese promosso dall'amministrazione somala con l'appoggio del governo statunitense. Pur non essendo ancora stato ufficialmente rivendicato, l'appartenenza dell'attentato di sabato al disegno jihadista di Al-Shabaab sarebbe stato direttamente confermato dal membro della cellula terroristica in mano alle forze di sicurezza. L'uomo, secondo quanto rivelato dai due ufficiali, sarebbe stato arrestato dopo aver tentato di far esplodere nella capitale un secondo veicolo imbottito di esplosivo.

L'11 settembre somalo

"Questo è l'11 settembre somalo – ha aggiunto uno dei due ufficiali al giornale inglese -. L'uomo che abbiamo arrestato ha confessato. È fiero di ciò che ha fatto. Ha raccontato che tutto ciò è stato fatto per la jihad". Aggiungendo che le forze di sicurezza sono "sulle tracce dei responsabili" e che questi verranno consegnati "alla giustizia". Un secondo ufficiale ha poi reso noti i particolari della tecnica utilizzata per trasportare l'esplosivo che, secondo il racconto, sarebbe stato nascosto sotto il riso, lo zucchero e altri prodotti alimentari all'interno di un secondo camion. Questo era inizialmente riuscito a superare i checkpoint governativi posti sulla strada di Sinka Dheer, a 7 chilometri da Mogadiscio. Il veicolo ha poi attirato i sospetti degli agenti del posto di blocco in un secondo momento. Questi dopo averlo fermato e riscontrato il materiale esplosivo, hanno arrestato il conducente e provveduto a portarlo in caserma per un interrogatorio. Le indagini in corso stanno cercando di appurare se gli estremisti hanno potuto fare affidamento sull'aiuto di alcuni agenti deviati appartenenti alle forze di sicurezza.

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