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Scontri in un carcere in Messico, almeno 13 morti

Mondo
L'ultimo precedente simile a luglio, ad Acapulco, con un bilancio di 28 morti (archivio La Presse)

Le forze dell'ordine avrebbero aperto il fuoco sui detenuti per contenere le violenze sulle guardie e sugli altri carcerati

Uno scontro fra gang rivali all'interno di un carcere nel Nord del Messico ha provocato almeno 13 morti e 8 otto feriti gravi; è quanto successo a Cadereyta, nello stato del Nuevo Leon fra il 10 e 11 ottobre. Per mitigare gli scontri è stato richiesto l'intervento delle forze di sicurezza. Lo ha comunicato un funzionario di Stato, Aldo Fasci.

La rivolta

L'intervento delle forze di sicurezza sarebbe stato assai deciso. Almeno due dei detenuti morti hanno riportato ferite da arma da fuoco. Secondo quanto riportato da Fasci, l'irruzione all'interno del penitenziario di Cadereyta, che si trova nei pressi della città di Monterey, ha reso necessarie misure drastiche al fine di proteggere le guardie carcerarie e gli altri detenuti dalle violenze degli insorti. Resta ancora da chiarire quante delle morti siano riferibili agli scontri fra le gang e quante alla repressione delle forze dell'ordine.

Lo svolgimento dei fatti

Secondo quanto è noto finora, gli scontri sarebbero scoppiati nella notte di lunedì, a partire da una protesta che sarebbe poi degenerata in una rivolta che avrebbe coinvolto 250 carcerati. Diverse guardie carcerarie sono state prese in ostaggio, mentre fuori dal penitenziario si erano via via riuniti i membri delle famiglie di alcuni detenuti, preoccupati per la sorte dei loro cari. “Intorno alle cinque del pomeriggio [locali, ndr] le forze di sicurezza hanno deciso di usare la forza per prevenire l'uccisione delle guardie e dei carcerati”, ha raccontato Fasci a Reuters. “Se non si fosse presa questa decisione - ha proseguito - avremmo parlato di molte più morti”. Le sovraffollate carceri messicane sono state spesso teatro di sanguinose rivolte, guidate da bande criminal rivali: casi analoghi sono avvenuti lo scorso giugno nello stato di Tamaulipas, nel carcere di Ciudad Victoria, e a luglio, nella prigione di Acapulco con un bilancio di 28 morti.

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