Corea del Nord: jet di Usa, Giappone e Seul simulano attacco aereo

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Un bombardiere B-1B: è lo stesso aereo utilizzato durante l'esercitazione (archivio Getty Images)

Ancora alta tensione tra gli Stati Uniti e Pyongyang. Per la prima volta è stata compiuta un'esercitazione congiunta notturna. È l'ennesima prova di forza di Donald Trump 

Non accenna ad allentarsi la tensione tra Washington e Corea del Nord (chi è Kim Jong Un). Con una nuova prova di forza, due bombardieri statunitensi B-1B provenienti dalla base militare nel Pacifico di Guam sono entrati nella zona di identificazione aerea di difesa della Corea del Sud e hanno compiuto due simulazioni di sgancio di missili assieme a due caccia F-15K di Seul. La prima è avvenuta al largo delle coste orientali sud-coreane, la seconda sul Mar Giallo. Lo riferiscono il comando congiunto sud-coreano e le forze armate Usa. Alle esercitazioni, iniziate alle 20:50 locali (le 13:50 del 10 ottobre in Italia) e proseguite fino alle 23:30 (le 16:30), hanno partecipato anche mezzi giapponesi.

La prima esercitazione congiunta

Lo scorso mese i B-1B americani avevano volato sulle acque internazionali vicino alla costa orientale della Corea del Nord, in una prova aerea notturna indipendente che, secondo l'intelligence di Seul, non era stata rilevata dalle forze di Pyongyang. Ma quella del 10 ottobre è la prima esercitazione notturna congiunta effettuata da bombardieri di Washington e caccia di Seul e Tokyo. Mentre gli aerei statunitensi sorvolavano la penisola coreana, a Washington il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, discuteva con alti funzionari militari, tra cui il segretario alla Difesa James Mattis, sulle opzioni percorribili in caso di aggressioni da parte della Corea del Nord o su come prevenire minacce da parte di Pyongyang.

Le parole di Donald Trump

Trump, in un tweet nel fine settimana, aveva ribadito le sue posizioni dure rispetto alla crisi nella penisola coreana. "Solo una cosa funzionerà", aveva scritto: un'allusione che molti hanno ricondotto alla possibilità del ricorso all'opzione militare per porre fine alla crisi. Negli scorsi giorni, erano emerse voci di possibili manovre per un nuovo lancio missilistico da parte della Corea del Nord, in vista dell'anniversario di ieri della fondazione del Partito dei Lavoratori guidato da Kim Jong-un (fotostoria). Secondo una fonte militare di Seul, Trump, che il mese prossimo sarà in Corea del Sud, seconda tappa della sua lunga missione asiatica, potrebbe fare una visita anche alla zona demilitarizzata che divide i due Paesi separati dal 38esimo parallelo.

La posizione della Cina

Le parole di Trump non piacciono a Pechino, che formalmente chiede un abbassamento della tensione nella penisola. Parole più nette emergono, invece, da uno dei suoi più influenti giornali, il Global Times: "In una simile atmosfera - scrive il giornale pechinese - è facile dare il via a un fatale errore di valutazione". Un possibile conflitto, avverte il tabloid, figlio minore del Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito Comunista Cinese, avrebbe ripercussioni sia sulla Cina che sulla Corea del Sud. "Gli scambi di minacce tra Washington e Pyongyang non hanno avuto effetto deterrente. Entrambi dovranno considerare altri mezzi di comunicazione". La guerra, conclude il Global Times, "sarebbe un incubo per la penisola coreana e per le aree circostanti. Sollecitiamo con forza la Corea del Nord e gli Stati Uniti a porre fine ai loro atteggiamenti bellicosi e pensare seriamente a una soluzione pacifica".

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