Partiti dalla base di Guam i mezzi dell'aeronautica Usa, in grado di sganciare ordigni nucleari, si sono spinti al punto più a nord raggiunto negli ultimi decenni. Il ministro degli Esteri nordcoreano: "Sempre più inevitabili missili su Usa"
Nuova prova di forza degli Usa contro la Corea del Nord. Bombardieri strategici americani B-1B Lancers, in grado di sganciare ordigni nucleari, decollati dall'isola di Guam e scortati da caccia-bombardieri, hanno sorvolato la costa di Pyongyang. Non è la prima volta che il Pentagono ricorre a queste misure per rispondere a test missilistici o nucleari nordcoreani.
Pentagono: "Abbiamo molte opzioni militari"
Il volo dei bombardieri dimostra che "il presidente (Usa Donald Trump) ha molte opzioni militari per rispondere ad ogni minaccia", ha reso noto il Pentagono, che ha specificato come il sorvolo sia avvenuto sopra le acque internazionali. Il portavoce del dipartimento alla difesa Usa ha quindi sottolineato "la serietà con cui gli Stati Uniti prendono i comportamenti sconsiderati della Corea del Nord". Non si tratta della prima dimostrazione di forza da parte degli Usa. Nelle ultime settimane al confine con la Corea del Nord sono in corso esercitazioni congiunte Stati Uniti-Corea del Sud.
Pentagono: "Punto più a nord mai raggiunto nel XXI secolo"
"Gli aerei da guerra Usa si sono spinti stavolta nel punto più a nord della zona demilitarizzata (che segna il confine tra le due Coree alla firme dall'armistizio - non una pace - del 1953, ndr) tenendosi a largo della costa nordcoreana, di quanto sia mai avvenuto nel XXI secolo, a testimoniare la gravità con cui valutiamo il comportamento sconsiderato" di Pyongyang ha dichiarato il portavoce del Pentagono, Dana White. Il riferimento al XXI secolo è significativo e minaccioso - in linea con la retorica trumpiana e quella nordcoreana del dittatore Kim Jong-un - perché ricorda come gli aerei da guerra americani nel XX secolo, nel corso della guerra di Corea (1950-1953), abbiano ripetutamente non solo volato ma combattuto a nord del 38esimo parallelo, che segna il confine tra Seul e Pyongyang.
Ministro Esteri Corea del Nord: "Sempre più inevitabile lancio missili su Usa"
Intanto a New York, di fronte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri di Pyongyang Ri Yong-ho ha gettato ulteriore benzina sul fuoco rispondendo all'intervento di Trump di pochi giorni fa, nel quale il presidente americano aveva minacciato di radere al suolo la Corea del Nord. Parole che secondo il diplomatico hanno reso il lancio di un missile sul territorio americano "ancora più inevitabile". Trump, ha aggiunto, "sta tentando di trasformare le Nazioni Unite in un "covo di gangster" dove "lo spargimento di sangue è all'ordine del giorno". Il ministro degli Esteri nordcoreano ha precisato dal podio dell'Onu che probabilmente Trump "non realizza quello che esce dalla sua bocca, ma noi ci assicureremo che avrà delle conseguenze che andranno molto oltre le sue parole". "Dovranno pensarci due volte prima di lanciare offensive militari", ha aggiunto, sottolineando come Pyongyang "non ha intenzione di usare armi contro i Paesi che non si uniscono agli Usa". Ha invece puntato il dito su Corea del Sud e Giappone. E ha accusato l'Onu di "un fallimento legato a vecchie pratiche non democratiche nel Consiglio di sicurezza".