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Nord Corea: le minacce di Trump sono il "suono di cane che abbaia"

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Questa la reazione del minsitro degli Esteri al discorso del presidente Usa all’Assemblea generale Onu, in cui ha minacciato di “distruggere completamente” il Paese. Seul stanzia 8 mln di dollari per Pyongyang: “Separare aiuti umanitari alla gente da sanzioni a governo”

Il “suono di un cane che abbaia”. È così che Ri Yong Ho, ministro degli Esteri nordcoreano, ha definito la minaccia del presidente Usa Donald Trump di distruggere la Corea del Nord. Il ministro ha parlato a New York e, secondo la Cnn, sul leader della Casa Bianca avrebbe detto: “Se pensava di farci paura con il suono di un cane che abbaia, questo é veramente il sogno di un cane”. Quella di Ri Yong Ho sarebbe la prima reazione della Corea del Nord al discorso di Trump all’Assemblea generale Onu, durante il quale il presidente ha minacciato di “distruggere completamente” il Paese.

Tillerson: accordo con Corea del Nord sarà diverso da Iran

Di Corea del Nord ha parlato anche Rex Tillerson, segretario di Stato Usa. Le minacce della Corea del Nord e dell'Iran sono uguali ma le situazioni sono differenti, ha spiegato dopo un incontro dei 5+1 a margine dell'assemblea generale dell'Onu. Ha anche sottolineato che qualsiasi accordo nucleare con Pyongyang sarà diverso da quello con Teheran.

Seul: 8 milioni di dollari in aiuti umanitari

Intanto, nonostante le tensioni, la Corea del Sud ha deciso di stanziare 8 milioni di dollari in aiuti umanitari a favore di Pyongyang attraverso le agenzie dell’Onu. Lo ha spiegato il ministero dell'Unificazione in una nota, nella quale non specifica la tempistica. In base al piano messo a punto, 4,5 milioni di dollari sono destinati al World Food Program e 3,5 milioni all'International Children's Fund. “I principi e i valori universali condivisi dalla comunità internazionale sono di gestire gli aiuti umanitari per la gente nordcoreana separatamente dalle sanzioni contro il governo di Pyongyang”, ha spiegato il ministro dell'Unificazione Cho Myoung-gyon. Seul ha tenuto separati i due piani, anche se dal 2016 gli aiuti sono stati bloccati dal governo conservatore dopo i test nucleari. L'insediamento alla presidenza della Repubblica di Moon Jae-in, favorevole al dialogo col Nord, ha riaperto il dossier. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha di recente votato nuove sanzioni contro Pyongyang dopo il sesto test nucleare del 3 settembre, con l'impegno diffuso della comunità internazionale di applicazione molto più stringente.

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