L’uragano Maria si dirige verso i Caraibi e si rafforza

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Un'immagine della Nasa dell'uragano Maria

Secondo il National Hurricane Center una nuova perturbazione sta rapidamente crescendo di intensità e toccherà terra nella zona di Antigua e Barbuda per poi dirigersi verso Portorico, Santo Domingo e Haiti. Avanza anche Jose

È di nuovo paura ai Caraibi per l’arrivo dell’uragano Maria che, secondo il National Hurricane Center del Noaa americano, sta velocemente acquistando forza ed è arrivata a un livello 4 (su 5). 

Allarme per Caraibi e Portorico

Maria si sta muovendo lungo lo stesso percorso dell’uragano Irma, che solo una decina di giorni fa ha causato 60 vittime e messo in ginocchio gli Stati Uniti e i Caraibi. L’allarme è stato diffuso per le isole di Guadalupa e Martinica, dove la perturbazione potrebbe arrivare già nella notte tra il 18 e il 19 settembre. In pericolo anche Dominica, St. Kitts e Nevis, Montserrat, oltre che le isole Vergini americane e britanniche, Saba, St. Eustatius, St. Martin e Anguilla. Il primo punto dove la perturbazione toccherà terra sarà il Sud delle Leeward Islands, incluse Antigua e Barbuda. Tra mercoledì sera e giovedì, l’uragano potrebbe colpire anche Portorico, Santo Domingo e Haiti.
Proprio dopo i danni causati da Irma nelle isole francesi di Saint-Martin e Saint-Barthélémy, l'amministrazione del presidente Emmanuel Macron ha annunciato l'invio sul posto di 110 militari aggiuntivi e della protezione civile. 

Venti fino a 270 km/h

Secondo il National Hurricane Center, i venti dell’uragano Maria hanno raggiunto i 140 chilometri orari ma nei prossimi giorni, quando arriverà nella zona di Portorico, le raffiche potrebbero toccare i 270 chilometri all’ora.

L’arrivo di Jose

Intanto avanza anche l’uragano Jose, ancora di categoria 1, che si dirige verso la costa Est degli Stati Uniti e che è passato a circa 465 chilometri da Cape Hatteras, in North Carolina, diretto verso Nord. Il centro di Jose non dovrebbe toccare la East Coast, ma secondo il NHC "le onde generate dall’uragano colpiranno Bermuda e Bahamas per qualche giorno". Anche se non è previsto un impatto con la terra, è stata comunque emanata un'allerta per le zone costiere a causa delle raffiche ventose e delle piogge che potrebbero causare allagamenti. I venti più forti sono previsti su Long Island ma dal 20 settembre potrebbero interessare anche il centro di New York. Sempre secondo gli esperti, Jose dovrebbe indebolirsi a metà settimana a causa del miglioramento delle condizioni meteo. 

Prima di Maria, Irma

La stagione degli uragani del 2017, per gli Stati Uniti, è stata critica. Dopo la devastazione portata da Harvey in Texas, è stata la volta di Irma, la perturbazione che si è abbattuta sulla Florida e sulla Georgia a settembre, lasciando 12,5 milioni di persone al buio e causando 10 vittime. Con i suoi venti forti e le piogge che hanno provocato enormi allagamenti, l'uragano aveva toccato anche i Caraibi con gravi danni anche a Cuba (FOTO) e Haiti.

Come si classificano gli uragani

Per classificare gli uragani si usa una scala, quella di Saffir-Simpson, che va da 1 a 5 (dal meno intenso al più pericoloso) e si basa sulla forza dei venti che sono presenti nella perturbazione. Si inizia da un minimo di 119 chilometri orari e si può arrivare alla situazione "catastrofica" in cui le raffiche raggiungono più di 252 chilometri orari, come accaduto anche nel caso dell'uragano Katrina che nel 2005 aveva colpito la città americana di New Orleans.

Come si scelgono i nomi degli uragani

Ogni uragano della zona atlantica ha un nome proprio, scelto per facilitare la comunicazione con la popolazione sul fenomeno e per classificare con più facilità la perturbazione e le sue caratteristiche. Dal 1953, le tempeste tropicali atlantiche iniziano a essere chiamate sulla base di alcune liste create dal National Hurricane Center e aggiornate dalla World Meteorological Organization. Gli elenchi sono sei e vengono usati a rotazione, ovvero quello utilizzato nel 2017 è già stato usato nel 2011 e nel 2005 e verrà riutilizzato nel 2023. L’unica eccezione è quella che riguarda le tempeste estremamente violente e mortali: in quel caso, nel corso del meeting annuale del WMO Tropical Cyclone Committees, il nome viene eliminato dagli elenchi.

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