Dreamers, Trump: “Se Congresso non legalizza Daca riesamino lo stop”

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Il presidente Usa: sei mesi per legiferare sul programma che protegge i giovani arrivati da bambini negli Stati Uniti con genitori illegali, altrimenti "rivedrò il problema". Ieri l’annuncio della sospensione della norma voluta da Obama. I vescovi: “Mossa straziante”

Dopo le proteste e le polemiche Donald Trump ha rivisto la propria posizione sul progetto di abolire Daca, il programma voluto da Barack Obama per protegge i Dreamers, giovani arrivati negli Stati Uniti da bambini con genitori illegali. "Il Congresso ora ha sei mesi per legalizzare Daca (qualcosa che l'amministrazione Obama non è stata in grado di fare). Se non ci riesce, rivedrò questo problema”, ha annunciato il presidente statunitense su Twitter.

I vescovi contro Trump

La parziale marcia indietro sulla decisione di sospendere il programma arriva dopo che in giornata i vescovi della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti avevano definito la mossa dell’amministrazione Trump "riprovevole" e “straziante”. Come riferisce Fides, i vescovi statunitensi hanno commentato: "Oggi la nostra nazione ha fatto l'opposto di come la Scrittura ci chiama a rispondere. È un passo indietro dai progressi che dobbiamo fare come paese”. Il testo della Conferenza Episcopale Usa contro la decisione di Trump è stato firmato dai vescovi più rappresentativi tra i quali quelli di Galveston-Houston, Los Angeles, Austin. I vescovi hanno deplorato la decisione come "un momento che spezza il nostro cuore nella nostra storia, che mostra l'assenza di misericordia e di buona volontà, e una visione miope del futuro”.

La decisione e le proteste 

Ieri il ministro della Giustizia Usa Jeff Sessions ha annunciato che il piano noto come "Daca" che tutela i figli degli immigrati irregolari (circa 800mila persone) “è incostituzionale”, quindi va abrogato. Lo stesso Trump ha twittato: “Metteremo per primi gli interessi dei cittadini americani”. Obama, che introdusse il provvedimento nel 2012, ha commentato dicendo che è una decisione "sbagliata", "autolesionista" e “crudele”. Nella giornata di ieri si sono quindi moltiplicate le proteste in diverse città americane e sono arrivati i primi annunci di ricorsi legali.

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