Usa chiudono il consolato russo a San Francisco. Mosca: "Reagiremo"

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Il consolato russo a San Francisco - Foto: Getty
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In risposta alla cacciata di 755 dipendenti del personale diplomatico americano, decisa dal Cremlino, il Dipartimento di Stato Usa ha imposto la chiusura della rappresentanza diplomatica in California. Dura risposta di Lavrov

Resta alta la tensione tra gli Stati Uniti e la Russia. Il dipartimento di Stato americano ha ordinato la chiusura del consolato russo a San Francisco, che serviva tutta la costa orientale, in una sorta di contro-rappresaglia alla cacciata di 755 dipendenti del corpo diplomatico americano decisa a luglio dal Cremlino, a sua volta in risposta all'espulsione - tardiva - di 35 'diplomatici' russi, decisa lo scorso dicembre dall'allora presidente Barack Obama, dopo aver saputo ad agosto 2016 che Mosca stava interferendo nelle elezioni presidenziali.

Mosca aveva deciso l'espulsione di 755 diplomatici

Mosca giustificò l'espulsione dei 755 diplomatici Usa sostenendo di voler così parificare il numero dei 'funzionari' in servizio in entrambi i Paesi, ossia 455 in totale per russi e statunitensi. La decisione del dipartimento di Stato sul consolato californiano arriva poco prima della scadenza dell'ultimatum entro il quale i 755 diplomatici saranno costretti a lasciare la Russia. Gli Usa fino all'ultimo avevano sperato in un ripensamento russo ma preso atto che i tempi si erano ridotti al lumicino, oggi hanno reagito. Washington peraltro aveva già sospeso l'emissioni di visti 'professionali' e turistici (limitandosi a quelli chi vuole emigrare negli Usa) tra il 23 agosto ed il primo settembre. Ma ora fino a nuovo ordine i consolati Usa non emetteranno più alcun visto. 

Dipartimento di Stato ordina anche chiusura di due edifici

Il dipartimento di Stato ha chiarito inoltre che oltre al consolato russo a San Francisco, saranno chiuse due complessi usati da Mosca a Washington e New York, il tutto "in spirito di parità", aggiungendo che tutta l'operazione deve concludersi entro 24 ore. I due edifici in questione sono un edificio diplomatico annesso alla grande ambasciata russa a Washington ed uno annesso al consolato di New York. "Gli Stati Uniti hanno pienamente rispettato la decisione del governo russo di ridurre le dimensioni della nostra missione in Russia", ha dichiarato la portavoce del dipartimento di Stato, Heather Nauert aggiungendo: "Riteniamo che questa azione (l'espulsione dei 755 'diplomatici', ndr) sia ingiustificata e dannosa per le relazioni complessive tra i due Paesi" sottolineando che alla fine Russia e Usa "resteranno con 3 consolati a testa".

Lavrov: "Reagiremo"

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha replicato a stretto giro alla decisione degli Usa. Dopo un colloquio telefonico proprio con il segretario di Stato usa Rex Tillerson Lavrov ha espresso "rammarico per l'acuirsi della tensione" con Washington ha avvertito che "non siamo stati noi ad iniziare l'escalation diplomatica". "Le nuove misure adottate dagli americani" - ha concluso - saranno valutate con attenzione da Mosca dopodiché verrà comunicata la nostra reazione". 

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