Nel mondo ci sono 745mila pacemaker a rischio hackeraggio

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I dispositivi della San Jude Medical potrebbero essere violati grazie alla connessione wifi utilizzata per regolare alcune funzioni. La compagnia ha rilasciato un aggiornamento del firmware. La Fda ha lanciato l’allarme per 465mila pazienti negli Stati Uniti

L'ex vicepresidente Dick Cheney lo aveva predetto: temeva così tanto che qualcuno potesse hackerare il suo pacemaker che se lo fece modificare disattivando il wi fi. A dare ragione ai suoi timori è ora la Food & Drugs Administration che ha rilanciato l’allarme della San Jude Medical, azienda produttrice di pacemaker secondo cui circa 745mila dispositivi, di cui 465mila negli Stati Uniti, sarebbero a rischio hacker per un bug del software.

I modelli a rischio

La casa produttrice, recentemente acquisita dalla multinazionale Abbott, ha invitato quindi i pazienti ad aggiornare il firmware, il sistema operativo dei dispositivi, un’operazione che richiederà circa tre minuti e può essere chiesta durante le visite di controllo. I pacemaker in questione, tra cui ci sono i modelli Accent, Anthem, Accent MRI, Accent ST, Assurity e Allure, sono in grado di comunicare con l'esterno tramite wifi per regolare alcune funzioni. Proprio questa possibilità sarebbe teoricamente sfruttabile dagli hacker per inserirsi nel sistema e provocare malfunzionamenti, anche se nella pratica non è mai stato riscontrato nessun caso.

Il commento della Abbot

"I dispositivi connessi stanno avendo un impatto significativamente positivo sui pazienti e la loro salute - ha detto Robert Ford, vicepresidente della Abbott - Per proteggere i nostri pazienti abbiamo sviluppato il nuovo firmware. Secondo un rapporto del Department of Homeland Security statunitense riuscire a compromettere la sicurezza di questi dispositivi richiede una complessa serie di circostanze".

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