Libia, il vice di Sarraj: "Stop missione dell'Italia, Onu intervenga"

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Foto d'archivio (Ansa)

Il vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Fathi Al-Mejbari, chiede al nostro Paese "di cessare immediatamente la violazione della sovranità libica". Appello alla comunità internazionale perché prenda posizione sulla vicenda

Il vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Fathi Al-Mejbari, chiede all'Italia "di cessare immediatamente la violazione della sovranità libica" e fa appello alla comunità internazionale e al Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché prendano una posizione sulla missione navale italiana. Secondo quanto riferito dal sito della Tv LibyaChannel, "Al-Mejbari ha anche chiesto alla Lega Araba e all'Unione Africana di esprimersi al riguardo", per  condannare "tale violazione, sostenendo e appoggiando la Libia".

"Decisione di Serraj non rappresenta volontà dell'intero Consiglio"

Al-Mejbari ha precisato che la decisione del presidente Sarraj di avere permesso alle forze italiane di effettuare delle operazioni nelle acque libiche non rappresenta e "non esprime né la volontà dell'intero Consiglio presidenziale né tantomeno del governo di intesa". Tale decisione è dunque considerata, per il vice di Sarraj, una "infrazione esplicita all'accordo politico e alle sue clausole che riguardano la sovranità della Libia, segnalando allo stesso tempo che il trattato di amicizia italo-libico e i memorandum di intesa tra i due Paesi non contemplano interventi del genere". 

Mantenere buoni rapporti, ma fermare "tentativo di rioccupazione"

Al Mejbari vuole che Italia e Libia mantengano "delle relazioni di buon vicinato" con il rispetto degli accordi in vigore tra i due Paesi, e delle ratifiche "delle decisioni del governo e gli accordi e i trattati libici". ll vice di Sarraj ha poi chiesto a tutte le forze nazionali di superare le divisioni interne e a lottare contro questo nuovo "tentativo di rioccupazione" della Libia.

La missione italiana

Il 2 agosto, dal Parlamento italiano era arrivato il via libera alla missione di supporto navale in Libia la cui "maggioranza molto consistente" era stata salutata con favore dal premier Gentiloni. "Sappiamo tutti quanto i cittadini italiani si attendano risultati nella lotta dei trafficanti di esseri umani e nel controllo sui flussi migratori irregolari", aveva detto il presidente del Consiglio. "Il contributo delle forze armate in questa direzione è assolutamente strategico e determinante: questa non è certo una missione aggressiva ma di sostegno alla fragile sovranità di quel Paese", aveva poi ribadito. Come aveva annunciato anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per la missione è stato previsto l'utilizzo di "navi dell'operazione Mare sicuro, senza spese aggiuntive, con l'inclusione di una nave di mototrasporto costiero". Le operazioni, inoltre, saranno di supporto alle unità navali libiche con cui si lavorerà in maniera congiunta.
 

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