Unicef: con il Codice di condotta a rischio le vite di molti bambini
MondoL’agenzia delle Nazioni Uniti lancia l’allarme in merito al nuovo regolamento proposto dall’Italia per i soccorsi in mare ai migranti. La "priorità sulla sicurezza rischia di mettere ostacoli ai soccorsi". Le Ong, intanto, sono in attesa di conoscere il testo
Secondo l’Unicef il nuovo Codice di condotta per le Ong proposto dal Governo italiano mette "molte vite a rischio", soprattutto "vite di bambini". Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, infatti, la "priorità sulla sicurezza rischia di mettere ostacoli ai soccorsi". Nonostante questo monito l’agenzia dell’Onu ha riconosciuto "gli incredibili sforzi fatti dall'Italia fin dall'inizio della crisi per salvare profughi e migranti e offrire appoggio a quanti hanno raggiunto le sue coste".
Ong ancora in attesa di visionare il Codice di condotta
Il merito del nuovo "regolamento", però, non è l’unico problema in campo. L’Unione europea, infatti, ha dato il proprio via libera al Codice di condotta delle Ong per i soccorsi in mare agli immigrati ma le organizzazioni non governative operanti nel Mar Mediterraneo non hanno ancora ricevuto il testo ufficiale stilato dall'Italia per affrontare l'emergenza. Il nuovo "regolamento" è stato approvato lo scorso giovedì a Bruxelles e ha visto la collaborazione di rappresentanti di Frontex e della Commissione Europea. Ma, per ora, le Ong fanno sapere di essere entrati a conoscenza solo delle informazioni trapelate sui media nei giorni scorsi. A tal proposito Natasha Bertaud, portavoce della Commissione, ha dichiarato che "il codice di condotta sarà finalizzato dall'Italia dopo aver consultato le Ong".
Le preoccupazioni di Medici senza frontiere
Le principali Organizzazioni non governative italiane hanno dichiarato di non essere ancora state contattate da Roma in merito al nuovo Codice di condotta, né di aver ricevuto "dettagli sul processo di consultazione e sul calendario previsto". In merito alla nuova regolamentazione Medici senza frontiere (Msf) ha anche aggiunto che, se quanto letto sulla stampa fosse attuato, "ci sarebbero meno navi disponibili nell'area di ricerca e soccorso e questo potrebbe condannare le persone in pericolo nel Mediterraneo ad una morta certa". Secondo l’Ong operante nel Mediterraneo, infatti, gli Stati europei "piuttosto che concentrarsi su un codice di condotta, dovrebbero pensare al proprio comportamento in mare, e usare la loro capacità politica per sviluppare un sistema proattivo di ricerca e soccorso". Anche Sos Mediterranee conferma di "non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale" in merito al nuovo codice italiano. Versione confermata anche da Save the children che dichiara di "non aver ancora alcuna indicazione" sul testo approvato a Bruxelles il 13 luglio.
Supporto a qualsiasi sforzo per migliorare il coordinamento
Sulla base delle informazioni diffuse dai media, il Codice dovrebbe fornire indicazioni precise, tra cui il divieto di trasferire i migranti soccorsi su altre navi e di entrare nelle acque libiche. Il testo, stando alle indiscrezioni, imporrebbe alle Ong di fornire dichiarazioni sulle fonti di finanziamento, dati sul possesso di certificazioni di idoneità tecnica ma anche l'obbligo di trasmettere le informazioni utili alla Polizia italiana per un’eventuale attività investigativa. Novità sulle quali Medici senza frontiere ha dichiarato la volontà di "supportare qualsiasi sforzo volto a migliorare il coordinamento delle organizzazioni umanitarie in mare, se questo verrà condotto in modo partecipato e con l'ambizione di migliorare concretamente la qualità delle operazioni di soccorso". L'Ong, però, chiarisce anche un suo rifiuto nei confronti di "qualsiasi misura che potrebbe aggiungere ulteriori restrizioni alla già sovraccaricata capacità di salvare vite nel Mediterraneo".
Commissione Ue: codice finalizzato dopo consultazione Ong
"La situazione non è cambiata. L'Italia ha consultato la Commissione e noi abbiamo fornito i nostri pareri legali", ha spiegato Natasha Bertaud, portavoce dell’istituzione europea, che ha sottolineato come ora "tocca" al nostro Paese adottare definitivamente il codice di condotta, in consultazione con l'Esecutivo comunitario e le Ong.