Frontiers, la mostra di Paolo Pellegrin sui migranti

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Floriana Ferrando

Walid, ventiquattrenne da Raqqa, Siria. Non ha voluto essere riconosciuto per timore di ripercussioni sulla sua famiglia, rimasta a casa. Kos, Grecia, 2015 © Paolo Pellegrin / Magnum Photos
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In anteprima mondiale il Forte di Bard espone gli scatti del noto fotoreporter italiano di Magnum Photos che documenta il dramma delle traversate del Mediterraneo e la vita nei centri di accoglienza. GUARDA LE FOTO

 

La fotografia in bianco e nero per raccontare un dramma attuale come l’emergenza migranti. È il tema dell’esposizione “Paolo Pellegrin. Frontiers” inaugurata in anteprima mondiale presso i nuovi spazi dell’Opera Ferdinando al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, in collaborazione con l’agenzia Magnum Photos di Parigi.

La mostra - Ospitata fino al prossimo 26 novembre, la mostra si propone come un reportage esclusivo che catapulta il pubblico nei viaggi della speranza di chi abbandona il proprio paese in cerca di condizioni di vita migliori, e lo fa attraverso lo sguardo di uno dei più celebri fotoreporter italiani, Paolo Pellegrin. Il tema tocca un argomento attuale: stando ai dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il fenomeno migratorio non accenna a frenare e così sarà fino al 2050. Membro della nota agenzia Magnum Photos e vincitore di dieci World Press Photo e della Medaglia d’oro Robert Capa, Paolo Pellegrin con i suoi scatti realizzati in bianco e nero vuole raccontare le traversate del Mediterraneo, gli sbarchi e la permanenza nei centri accoglienza.

Obiettivo della mostra, si legge sul sito di Magnum Photos, è suggerire una riflessione sulle frontiere “visibili o invisibili, geografiche, politiche e sociali – che dividono le persone, in un’Europa che oggi è chiamata alla sfida dell’accoglienza”.

 

 

Alcuni migranti eritrei, tratti in salvo da una nave di Medici senza Frontiere, si trovano sul ponte dell’imbarcazione che li sta conducendo a Reggio Calabria, il 27 luglio 2015. Mentre perlustrava le acque al largo della Libia, la nave impiegata da MSF, la “Bourbon Argos”, si è imbattuta in due barche di legno con a bordo circa 700 migranti, secondo stime di MSF. Erano partiti dalla costa libica insieme a una terza imbarcazione, che l’organizzazione MSF non ha potuto localizzare. Sarà rintracciata il giorno seguente da una nave irlandese, con delle vittime a bordo © Paolo Pellegrin / Magnum Photos 

Gli sbarchi - Protagonisti del reportage sono un gruppo di migranti eritrei tratti in salvo da una nave di Medici senza Frontiere in direzione Reggio Calabria, alcuni migranti africani su un gommone, bambini stremati dalla traversata e decine di altri volti disperati.

Le foto della mostra risalgono al 2015 e sono state scattate quasi esclusivamente sull’isola di Lesbo, in Grecia, durante un periodo in cui sono sbarcati più di 500.000 degli 850.000 rifugiati giunti in Grecia nel corso del 2015 (dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - UNHCR). Gli scatti esposti derivano da un periodo di circa un anno e mezzo trascorso da Pellegrin in Medio Oriente - fra Iraq e Siria, passando per Egitto e Tunisia, fino all’Egeo - insieme al giornalista Scott Anderson.

“Paolo Pellegrin. Frontiers”, presso l’Opera Ferdinando al Forte di Bard fino al 26 novembre.

 

Migranti africani su un gommone, durante le operazioni di salvataggio di Medici senza Frontiere. Dopo essere stati tratti in salvo, i profughi vengono trasferiti via mare su una nave della guardia costiera italiana e condotti in Italia. 26 luglio 2015 © Paolo Pellegrin / Magnum Photos 

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