Usa, quarta esecuzione capitale in Arkansas in una settimana

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Una sala per l'esecuzione della pena di morte (Getty Images)
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Lo Stato americano ha portato a termine tutte le pene di morte previste per questo periodo, accelerandone i tempi per evitare che scadessero le scorte di un sedativo utilizzato nell'iniezione letale

Lo Stato americano dell'Arkansas ha portato a termine la quarta pena capitale negli ultimi otto giorni, completando così le esecuzioni previste nel breve-medio periodo per evitare che scadesse un componente utilizzato l'iniezione letale. L'uomo giustiziato, Kenneth Williams, era un 38enne afroamericano condannato per aver ucciso due persone nel 1999, durante un'evasione dal carcere presso il quale era già recluso per un precedente omicidio. Era dal 2005 che nell'Arkansas non si eseguivano pene di morte, prima dell'accelerazione degli ultimi giorni.

La pena di morte

Williams è stato dichiarato morto in una stanza della prigione "Cummins Unit", in seguito alla somministrazione di bromuro di vecuronio, cloruro di potassio e una dose di un anestetico chiamato midazolam. Erano proprio le scorte di quest'ultima sostanza quelle che sarebbero scadute se non si fosse "accelerato" sulle quattro esecuzioni degli ultimi giorni, anche sulla spinta del governatore dell'Arkansas, Asa Hutchinson. La necessità di procedere in questo modo, secondo le autorità, era data dal fatto che, una volta scadute le scorte di midazolam, non ci sarebbe stata alcuna garanzia su un nuovo approvvigionamento del sedativo. Le case farmaceutiche che lo producono, infatti, hanno fatto obiezione di coscienza al riguardo. La Corte Suprema, peraltro, aveva bloccato metà delle condanne a morte inizialmente previste: otto, suddivise in 11 giorni. Secondo la linea di difesa degli avvocati di Williams, volta ad ottenere dalla Corte un rinvio della condanna, l'uomo aveva un quoziente intellettivo paragonabile a quello di un bambino: una tesi che non ha però avuto successo.

Fra perdono e giustizia

A chiedere di risparmiare la vita dell'omicida sono stati anche i parenti di una delle vittime, un camionista ucciso durante l'evasione di Williams, attraverso un appello al governatore Hutchinson. Quest'ultimo, alla vigilia della morte di Williams aveva scritto in una nota che "l'Arkansas ha dimostrato nelle ultime due settimane che il suo sistema giudiziario funziona". Dello stesso parere anche la vedova di un'altra delle vittime dell'omicida, Cecil Boren, la quale ha detto che "le persone devono essere punite per quello che fanno". Prima di morire, Williams ha potuto rivedere sua figlia, con cui non aveva contatti diretti da 17 anni, e conoscere la piccola nipote di tre anni: a pagare loro il biglietto per raggiungerlo è stata proprio la famiglia di una delle sue vittime. Con le sue ultime parole l'uomo ha chiesto misericordia ai parenti delle persone che ha ucciso, definendo i suoi crimini "senza senso e inescusabili".

Le precedenti esecuzioni

La fitta agenda delle pene capitali dell'Arkansas ha portato, in precedenza, alla morte di Ledell Lee e a quelle di Jack Jones e Marcel Williams. La legislazione della maggioranza degli Stati americani prevede ancora l'esecuzione capitale, anche se negli anni diverse moratorie di fatto ne hanno ridotto l'utilizzo. Non era mai accaduto, comunque, che uno Stato a stelle e strisce mettesse in conto di eseguire otto pene di morte in soli 11 giorni, come inizialmente previsto dal Governatore dell'Arkansas prima che intervenisse la Corte.

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