Strage di Beslan, Russia condannata da Corte europea dei diritti umani
Mondo
Secondo i giudici, Mosca non avrebbe preso misure adeguate per prevenire l'attacco alla scuola da parte dei terroristi e deve risarcire le famiglie delle vittime con 3 milioni di euro. Nel tentativo di liberazione morirono 334 persone, di cui 186 bambini
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Russia al pagamento di 3 milioni di euro di risarcimento ai familiari delle vittime della Strage di Beslan, costata la vita a 334 ostaggi nel 2004, di cui 186 bambini. Secondo l'organo di giurisdizione internazionale, infatti, nel 2004 Mosca non avrebbe preso misure adeguate per prevenire l'attacco della scuola nella città dell'Ossezia del Nord.
I fatti del 2004
Nel settembre del 2004 circa 30 militanti ceceni fecero irruzione, durante il primo giorno dell'anno scolastico, in una scuola nella parte meridionale della città di Beslan, in Ossezia del Nord, Russia. Il commando sequestrò circa 1200 persone, inclusi 800 bambini, e riempì la palestra scolastica di esplosivo. I separatisti chiedevano il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia. Due giorni dopo il sequestro le forze speciali russe fecero irruzione nell'edificio. Al termine dell'azione rimasero uccise 334 persone, tra cui molti bambini.
Le motivazioni della Corte
Secondo la Corte europea, le autorità russe avrebbero violato le norme sui diritti umani e utilizzato una forza eccessiva e sproporzionata durante l'irruzione nella scuola di Beslan contribuendo così all'elevato numero di vittime tra gli ostaggi. L'organo internazionale ha inoltre aggiunto che non sarebbero state adottate le misure preventive necessarie nonostante ci fossero informazioni che un attacco era stato pianificato in quell'area. Le misure di sicurezza della scuola non sarebbero state aumentate a sufficienza e nessuno dei membri del personale sarebbe stato avvertito del possibile pericolo.
La reazione del Cremlino
Come riporta Sky News, le conclusioni della Corte sono state rigettate da Mosca che ha risposto attraverso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "È impossibile per noi essere d'accordo. Per un Paese che ha subito un attacco è assolutamente inaccettabile". Il caso era stato portato all'attenzione della Corte - organo che garantisce il rispetto della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, trattato internazionale firmato anche dalla Russia - da oltre 400 cittadini russi che erano stati coinvolti direttamente nell'attacco o i cui parenti erano rimasti uccisi nella scuola.