Attentato Londra, marcia delle donne islamiche contro il terrorismo

Mondo
Le donne musulmane della "Women's March" di Londra sul ponte di Westminster (Ansa)
londra_donne_musulmane_westminster_ansa

La manifestazione sul ponte di Westminster, domenica, per esprimere solidarietà alle vittime dell'attacco terroristico del 22 marzo. Negli attimi di terrore dopo l'attentato, una donna islamica era stata fotografata mentre guardava il cellulare ed era diventata bersaglio di commenti xenofobi sul web

Per cinque minuti sono rimaste in piedi, tenendosi per mano. Il Big Bang, alle loro spalle, segnava le 16 di domenica pomeriggio. E così, le donne musulmane londinesi della "Women's March", hanno creato una catena umana che ha occupato tutto il ponte di Westminster, il luogo dove il 22 marzo è stato sferrato l’attentato al cuore della capitale britannica. Un gesto, il loro, che voleva trasmettere vicinanza e solidarietà alle vittime dell’attacco di Khalid Masood e alle loro famiglie dopo le polemiche xenofobe e anti-Islam che si sono avvicendate negli ultimi giorni. Sarah Waseem, una delle donne presenti, ha ricordato, parlando con l’Independent: ”Quando avviene un attacco a Londra, è un attacco a me. Un attacco a tutti noi. L'islam condanna totalmente la violenza di ogni genere”

 

La foto della donna musulmana dopo l'attentato - Subito dopo l’attentato, era stata diffusa una foto usata a pretesto da alcuni utenti per commenti anti-Islam. Si tratta dell’immagine che ritrae una donna musulmana che indossa lo hijab (un tipo di velo che si mette sui capelli e intorno al volto) che cammina sul ponte di Westminster, nel pieno caos lasciato dall’attentato, con i feriti ancora a terra e i soccorsi appena entrati in azione. La ragazza ha in mano un cellulare e questo è bastato per scatenare alcuni utenti con commenti contro l'Islam e contro la donna, accusata di disinteresse per quanto accaduto. Lo scatto è stato utilizzato da alcuni utenti, sui social, per creare fotomontaggi e rilanciato anche da siti di fake news. Su Twitter, l’immagine della donna in hijab è stata accostata a quella di Tobias Ellwood, il deputato che ha soccorso l’agente morto nell’attacco. “Ecco la differenza tra noi e loro, tra cristiani e musulmani", recitava una didascalia del fotomontaggio.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="en" dir="ltr">Woman photographed in hijab on Westminster Bridge responds to online abuse <a href="https://t.co/V6bKCtFsB2">https://t.co/V6bKCtFsB2</a></p>&mdash; The Guardian (@guardian) <a href="https://twitter.com/guardian/status/845339740647895042">March 24, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

La protagonista dell'immagine: "Ero devastata" - Dopo giorni di insulti ricevuti sul web, la protagonista dell’immagine ha scelto di parlare. “A quelle persone che hanno interpretato e commentato i miei pensieri in quell'orribile momento, vorrei dire che ero devastata per aver assistito a ciò che è seguito all'attacco terroristico. Ma non solo: vorrei dire loro che dopo ho anche dovuto fare i conti con lo shock di trovare la mia immagine su tutti i social network e leggere conclusioni sul mio conto basate sull'odio e la xenofobia", ha fatto sapere la donna attraverso Tell Mama, un’organizzazione che monitora gli episodi anti-musulmani.

 

Il fotografo: "Nello scatto si vede che era scioccata" - A fianco della giovane musulmana si è schierato anche il fotografo autore dello scatto, Jamie Lorriman. Lorriman ha sottolineato come le immagini mostrino chiaramente che la donna era scioccata.

Per il fotografo si vede che la giovane “è nel mezzo di una scena dell’orrore che si sta evolvendo” e per questo “la sua espressione dice che è inorridita da quel che ha visto e che ha solo bisogno di uscire da quella situazione”. “A tutti noi è stato detto di lasciare il ponte in diverse fasi”, racconta il fotografo, “quindi non è irrealistico pensare che le sia stato detto di lasciare quel luogo a un certo punto, esattamente come è accaduto a chiunque altro”. 

Mondo: I più letti