Dopo il Ciagate il colosso di Mountain View prova a rassicurare: "Gli aggiornamenti di Chrome e Android mettono al sicuro dalle presunte vulnerabilità". Intanto avanza l'ipotesi che dietro la fuga di notizie possa esserci un dipendente dell'Agenzia o un contractor
Google rassicura i suoi utenti: “Siamo certi che gli aggiornamenti di sicurezza e le protezioni di Chrome e Android (installato su circa l’80% degli smartphone nel mondo) già proteggono gli utenti da molte di queste presunte vulnerabilità". Così, in una dichiarazione al sito Recode, il colosso di Mountain View è intervenuto sulle falle nei sistemi operativi dei suoi prodotti che, secondo Wikileaks, sarebbero state sfruttate dalla Cia per attività di spionaggio.
Pronti a prendere "ulteriori necessarie misure di protezione" - Google ha aggiunto che la sua analisi dei documenti di Wikileaks è ancora in corso e che è pronta a prendere "ulteriori necessarie misure di protezione". La sicurezza, sottolinea, "è sempre stata una delle nostre priorità e continueremo a investire sulle nostre difese". Le rassicurazioni di Google arrivano a quasi un giorno e mezzo dalla pubblicazione da parte di Wikileaks dell'archivio "Vault 7", dove sono presenti migliaia di documenti da cui si evince che la Cia avrebbe trasformato gadget e dispositivi elettronici di uso quotidiano, come televisioni e smartphone, in strumenti di spionaggio sfruttando le vulnerabilità dei software.
La reazione di Mosca: "Informazioni attendibili" - Ma sulla vicenda, quello di Google non è stato l’unico commento. Fonti investigative dell'Fbi, citate dal New York Times, sostengono che dietro la fuga di notizie ci sarebbe un dipendente o un contractor infedele e non una potenza ostile, come la Russia. E, proprio da Mosca, è arrivata una risposta sulla vicenda. "Gli esperti ritengono queste informazioni assai attendibili. Noi naturalmente siamo costretti a prendere in considerazione tutto ciò che viene rivelato”, ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov. Inoltre, il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha affermato che il Cremlino, "insieme a tutta la comunità internazionale", ha "notato i dati pubblicati" da Wikileaks, che "naturalmente meritano attenzione e devono essere letti più attentamente". Peskov ha quindi dichiarato che negli Stati Uniti "nessuno nasconde di intercettare attivamente i funzionari russi, sia che si tratti dell'ambasciatore Kisliak sia di altri. Lì nessuno lo nasconde e quindi non c'è bisogno che Wikileaks lo renda noto, uno può indovinare".
Le indagini all'interno e all'esterno dell'Agenzia - Intanto, l’ente investigativo federale americano ha detto di essere pronto a interrogare chiunque abbia avuto accesso ai documenti rubati, cioè almeno un centinaio di persone, ma il numero è probabilmente destinato a superare i mille. Il sospetto è che le informazioni, molte delle quali sembravano essere documenti tecnici, sarebbero state rubate da un contrattista che ha operato da un server esterno alla Cia. Ma non si può escludere che l'hacker sia un dipendente della stessa Agenzia.
Cia: "Wikileaks danneggia lavoro contro terroristi" - Dopo le rivelazioni che hanno fatto scoppiare il Ciagate, l’Agenzia aveva rilasciato un comunicato in cui annunciava di non avere "commenti da fare sull'autenticità dei presunti documenti d'intelligence diffusi da Wikileaks". Ma aveva poi lanciato un avvertimento: “L’opinione pubblica americana dovrebbe essere preoccupata da rivelazioni che mirano a danneggiare il lavoro contro i terroristi e altri avversari degli Stati Uniti".