Russia-gate, media Usa: "Altri 2 consiglieri con Serghiei Kisliak"

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Oltre al ministro della Giustizia Jeff Sessions, accusato di aver negato sotto giuramento di aver avuto contatti con l’ambasciatore del Cremlino, spuntano altre personalità legate alla sicurezza nazionale che avrebbero incontrato l’emissario di Mosca. Lavrov: "Tutto questo ricorda molto una caccia alle streghe"

L'ombra di un Russia-gate continua ad allungarsi sull'amministrazione di Donald Trump. Dopo il caso di Michael Flynn, quello del ministro della Giustizia Jeff Sessions, accusato di aver "mentito sotto giuramento" per aver negato contatti con emissari del Cremlino durante la campagna elettorale presidenziale. Il tycoon lo difende, lui assicura che “non era sua intenzione” fornire una falsa dichiarazione. Intanto, secondo alcuni media statunitensi, almeno altri due consiglieri di Trump parlarono con l'ambasciatore russo Serghiei Kisliak e, dopo le elezioni, anche Jared Kushner, consigliere senior e genero del presidente.

 

Trump: “I democratici esagerano” - "Una totale caccia alle streghe". Così il presidente americano Donald Trump ha definito le accuse all'attorney general Jeff Sessions. "E' un uomo onesto. Non ha fatto nulla di sbagliato. Avrebbe potuto rispondere in modo più accurato ma è chiaramente non intenzionale", sostiene il tycoon in una nota, accusando i democratici di "esagerare".

 

Il commento di Mosca - Dal Cremlino nei giorni scorsi hanno parlato di "vandalismo mediatico", un caso che "sta servendo ad alimentare una certa resistenza all'idea di un qualche dialogo tra gli Stati Uniti e la Federazione russa". E di “caccia alle streghe” parla oggi anche il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov: "Posso ricordare una citazione fatta circolare dai media secondo cui tutto questo ricorda molto una caccia alle streghe. Gli Stati nominano gli ambasciatori in modo da mantenere i rapporti, questo viene fatto attraverso incontri, conversazioni e contatti con le autorità e i legislatori”.

 

La difesa di Sessions - Il ministro ha annunciato che scriverà una lettera alla commissione giustizia del Senato per chiarire e spiegare la sua testimonianza durante le audizioni di conferma. Sessions sostiene che, quando negò di aver avuto contatti con i russi, riteneva che la domanda si riferisse solo al suo ruolo di consigliere della campagna di Trump e non a quello di senatore, carica che ricopriva quando incontrò l'ambasciatore russo Serghiei Kisliak negli Stati Uniti. ''Non era mia intenzione'' fare una falsa dichiarazione, ha detto. ''Non ricordo discussioni politiche specifiche, abbiamo parlato di Ucraina e terrorismo'', ha spiegato, sostenendo di essere stato ''onesto'' e ''corretto'' quando ha testimoniato davanti al Senato, pur ammettendo che avrebbe fatto meglio a rivelare gli incontri.

 

Media Usa: “Altri due parlarono con Kisliak” - Ma a gettare altri dubbi sulla questione è il quotidiano “Usa Today”, che sostiene che almeno altri due consiglieri della campagna di Trump parlarono con l'ambasciatore Kisliak durante un seminario con vari diplomatici a margine della convention repubblicana di luglio a Cleveland. Si tratta di J.D. Gordon, all'epoca responsabile della campagna del tycoon per la sicurezza nazionale, e di Carter Page, un altro membro della commissione sicurezza nazionale.

 

Con Kisliak anche il genero di Trump - Confermato invece anche dalla Casa Bianca, oltre che dai media, l’incontro tra Jared Kushner, consigliere senior e genero di Donald Trump, e Serghiei Kisliak, avvenuto dopo le elezioni. Kushner vide l’ambasciatore russo a dicembre nella Trump tower insieme a Michael Flynn, diventato poi consigliere per la Sicurezza nazionale e costretto alle dimissioni per aver nascosto al vicepresidente Mike Pence di aver discusso delle sanzioni contro Mosca con Kisliak. "È stato un breve incontro di cortesia - ha detto la portavoce Hopo Hicks al New York Times - Hanno discusso in generale delle relazioni, aveva senso stabilire una linea di comunicazione. Jared ha avuto diversi incontri con nazioni straniere, almeno due dozzine, tra leader e rappresentanti di paesi stranieri''.

 

La mail personale di Pence - Polemiche anche sul vicepresidente Mike Pence che, secondo l'Indianapolis Star, quando era governatore dell'Indiana avrebbe usato una email privata per discutere questioni sensibili e di sicurezza interna, e fu hackerato. Il numero due della Casa Bianca, durante la campagna elettorale, aveva duramente criticato la candidata democratica Hillary Clinton per l'uso di un server privato quando era segretario di Stato, sostenendo che aveva messo in pericolo la sicurezza nazionale. Dall’ufficio di Pence fanno sapere che, come i precedenti governatori, il vice di Trump ha mantenuto un account email di Stato e uno personale, e che è stato ordinato a un consiglio esterno di rivedere tutte le sue comunicazioni per garantire che le email legate all’attività istituzionale siano trasferite e adeguatamente archiviate dallo Stato.

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