Palmira, confermata distruzione teatro per mano dell’Isis. Video

Mondo

Un video del 5 febbraio girato da un drone e diffuso dal ministero della Difesa russo mostra quanto già annunciato a gennaio dal responsabile antichità archeologiche della Siria. Da Mosca anche la notizia dell’avanzata delle truppe governative anti-Daesh

Confermati i gravi danni, comunicati a gennaio, causati dall’Isis nell'area archeologica di Palmira, in Siria. I terroristi, che hanno riconquistato la città lo scorso dicembre nove mesi dopo che le truppe governative ne avevano ripreso il controllo col sostegno dei jet russi, avrebbero fatto saltare in aria una parte del teatro e un tetrapilo. Da Mosca, intanto, arriva la notizia di un nuovo avanzamento delle truppe siriane anti-Isis.

 

Il video del drone - Il ministero della Difesa russo ha pubblicato un filmato girato il 5 febbraio da un drone che mostra la struttura distrutta del proscenio del teatro romano e del tetrapilo a sedici colonne del 270 d.C., che sarebbero stati fatti saltare in aria dai terroristi di Daesh. "Le immagini mostrano chiaramente che i terroristi hanno distrutto il proscenio, la parte centrale del teatro romano e le colonne del tetrapilon" - recita il comunicato di Mosca.  I gravissimi danni erano già noti, perché a gennaio li aveva denunciati il responsabile antichità archeologiche della Siria.

 

L’avanzata delle truppe governative - Nel comunicato si legge anche che "le truppe del governo siriano, sostenute dall'aviazione russa, continuano ad avanzare in direzione di Palmira" e sono "a meno di 20 chilometri" dalla città. L'esercito del governo di Damasco avrebbe "distrutto oltre 180 obiettivi dei terroristi", che nell'ultima settimana avrebbero "perso oltre 200 miliziani".

 

L’esplosivo - Il ministero scrive anche di aver "registrato un rapido aumento dei movimenti di camion vicino all'antica città durante l'avanzata di successo delle truppe siriane verso Palmira" e interpreta questo dato con la volontà dei terroristi dell'Isis di "portare dell'esplosivo" nella zona archeologica "per arrecare il massimo danno possibile alle strutture architettoniche rimaste prima di andare via".

Mondo: I più letti