Regeni, il capo del sindacato egiziano: "L'ho denunciato io"

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L’ammissione di Mohamed Abdallah in un’intervista all'edizione araba dell’Huffington Post: "L'ho consegnato agli Interni perché faceva troppe domande. E ogni buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso"

“Ho consegnato io Giulio Regeni agli Interni”. Mohamed Abdallah, capo del sindacato egiziano degli ambulanti, in un'intervista all'edizione araba dell’Huffington Post, ha ammesso di essere un informatore dei servizi segreti e di aver consegnato il ricercatore italiano all'Interno, cioè agli uomini che rispondono al presidente Al Sisi, perché "faceva troppe domande". Lo riporta Brahim Maarad, giornalista bilingue, su l'Espresso.  

L'ammissione - "Sì, l'ho denunciato e l'ho consegnato agli Interni e ogni buon egiziano, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso", racconta il capo del sindacato. "Siamo noi che collaboriamo con il ministero degli Interni - afferma Abdallah - Solo loro si occupano di noi ed è automatica la nostra appartenenza a loro. Quando viene un poliziotto a festeggiare con noi a un nostro matrimonio, mi dà più prestigio nella mia zona".  

I contatti - Poi la precisazione sui contatti con Regeni: "L'ultima volta che l'ho sentito al telefono è stato il 22 gennaio, ho registrato la chiamata e l'ho spedita agli Interni". Dunque appena tre giorni prima del sequestro del ricercatore italiano, avvenuto il 25 gennaio 2016, il ministero degli Interni aveva ricevuto una telefonata registrata di Giulio.  

Le allusioni - Abdallah trova anche "illogico" e strano che uno studente di Cambridge, che conduce una ricerca sui sindacati autonomi egiziani, rivolga domande agli ambulanti sugli stessi sindacati: "E' illogico che un ricercatore straniero si occupi dei problemi degli ambulanti se non lo fa il ministero degli Interni. Quando io l'ho segnalato ai servizi di sicurezza, facendo saltare la sua copertura, lo avranno ucciso le persone che lo hanno mandato qua". 

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