Il direttore del Fondo Monetario Internazionale è stata riconosciuta colpevole di “negligenza parziale”, ma il tribunale che l’ha giudicata ha ritenuto di non doverla sanzionare. I fatti risalgono al 2008, quando era ministro dell’Economia
Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde è stata riconosciuta colpevole di “negligenza parziale” nell'ambito del caso Tapie-Adidas, una vicenda che fece molto discutere in Francia e che risale al 2008, quando Lagarde era ministro dell’Economia. La Corte di giustizia della Repubblica francese, però, non le ha comminato alcuna pena. Lagarde rischiava fino ad un anno di carcere e un'ammenda di 15mila euro, ma la procura si era espressa a favore dell'assoluzione. Non è chiaro quali potranno essere le conseguenze per il suo futuro alla guida dell'Fmi. Un portavoce del Fondo ha riferito che il board esecutivo terrà a breve una riunione per esaminare il verdetto.
La vicenda Tapie/Adidas - I fatti risalgono al 2008, quando Lagarde era ministro dell'Economia, ma la vicenda affonda le radici nel lontano 1992, quando il noto uomo d'affari francese Bernard Tapie, diventato ministro con Mitterrand, affidò alla banca pubblica Credit Lyonnais il compito di vendere la società Adidas di cui era proprietario per evitare conflitti d'interesse. Un anno dopo Tapie venne messo in fallimento dalla stessa banca. Ne nacque una lunga contesa giudiziaria che approdò nel 2007 ad una procedura di arbitrato.
Diventata titolare dell'economia a giugno di quell'anno, pochi mesi dopo Lagarde diede luce verde all'arbitrato che si concluse a sorpresa a favore di Tapie (nel frattempo avvicinatosi alla destra dell'allora presidente Nicolas Sarkozy) con un mega risarcimento di 403 milioni di euro. Una sentenza che fece scalpore, ma su consiglio dei suoi legali Lagarde decise di non fare ricorso. Va detto per completezza che nel febbraio 2015 la corte d'appello di Parigi ha annullato gli effetti dell'arbitrato, dopo la rivelazione di uno stretto legame fra Maurice Lantourne, avvocato di Tapie, e Pierre Estoup, uno dei tre giudici del collegio arbitrale.
Il giudizio della Corte - La corte di giustizia della Repubblica, un tribunale composto da tre magistrati e 12 parlamentari, l'ha ritenuta negligente solo per non aver presentato ricorso, giudicandola invece innocente per quanto riguarda il via libera all'arbitrato. La procura aveva chiesto l'assoluzione, argomentando che se non era provata una complicità, la Corte non poteva giudicare l'opportunità di una decisione politica come quella di fare ricorso o meno. La Corte ha però deciso diversamente, ma dato che non è stata comminata una pena la condanna non apparirà nel casellario giudiziario di Lagarde. I commentatori francesi parlano infatti di "condanna simbolica".
I prossimi sviluppi - Poiché il giudizio davanti alla Corte di Giustizia della Repubblica non prevede il grado di appello, i legali di Lagarde dovranno ora valutare se ricorrere in Cassazione. Diverso il discorso per quanto riguarda l’attuale ruolo ricoperto da Lagarde. Un portavoce del Fondo monetario ha riferito che il board esecutivo terrà a breve una riunione per esaminare il verdetto.