Kellyanne Conway afferma che l’amministrazione non perseguirà l’ex Segretario di Stato. Nel programma dei 100 giorni di governo non si parla né di muro né di Obamacare. Cresce la fiducia degli americani: per il 53% farà un buon lavoro
L'amministrazione Trump non perseguirà Hillary Clinton per la vicenda delle e-mail. E’ quanto afferma l’ex manager della campagna elettorale e attuale portavoce del presidente eletto, Kellyanne Conway (LO SPECIALE). Dichiarazioni, queste, che confermano il dietro front sul tema da parte del tycoon che, in campagna elettorale, aveva fatto della richiesta di indagine nei confronti dell’ex segretario di Stato un dei suoi punti di forza. “E’ il più grande scandalo politico dal Watergate", aveva detto. “Il popolo americano merita i fatti al completo, immediatamente, è imperativo che l'Fbi spieghi", ripeteva come un mantra.
Apertura anche sul clima - Lo stesso Trump, nel corso della giornata ha confermato la sua posizione in un colloquio con il New York Times; "Non voglio far del male ai Clinton. Non lo voglio davvero". "Ne ha passate tante e ha sofferto molto in modi diversi". Il no all'inchiesta su Hillary non è l'unica promessa infranta da Trump a sole due settimane dall'Election Day. Sempre al New York Times Trump ha aperto sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, assicurando che affronterà il ritiro o meno degli Usa dall'accordo di Parigi senza pregiudizi.
Il programma dei 100 giorni - Proprio oggi inoltre il presidente eletto ha diffuso un video con i primi punti della sua agenda, tra i quali non figurano né l'abolizione dell'Obamacare né la costruzione del muro col Messico, mentre compare invece l'uscita dal Tpp, accordo commerciale coi paesi del Pacifico
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Trump, nel programma dei primi 100 giorni non c'è il muro col Messico <a href="https://t.co/PAqt3hsocK">https://t.co/PAqt3hsocK</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/mondo?src=hash">#mondo</a></p>— Sky TG24 (@SkyTG24) <a href="https://twitter.com/SkyTG24/status/800967593959964672">22 novembre 2016</a></blockquote>
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Cresce la fiducia degli americani - Intanto, due settimane dopo l'Election Day, la maggioranza degli americani afferma che Donald Trump farà un buon lavoro alla Casa Bianca. E’ quanto pensa il 53% degli intervistati, secondo un sondaggio di Cnn/Orc.
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">NEW POLL: Most Americans say Trump will do a good job as president, and his favorability has risen to a new high <a href="https://t.co/iGRyXPl5Zn">https://t.co/iGRyXPl5Zn</a>— CNN (@CNN) <a href="https://twitter.com/CNN/status/801025544137674752">22 novembre 2016</a></blockquote><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
Trump e la stampa - Sembra invece esserci ancora aria di tempesta tra il presidente eletto e la stampa. Se, dopo un lungo tira e molla, il tycoon ha accetatto di incontrare i rappresentanti del New York Times (che, a suo dire scrivono del presidente eletto "in modo impreciso e con un tono maligno!"), sembra essersi concluso con un nulla di fatto il colloquio di ieri alla Trump Tower coi vertici e gli anchor di punta delle televisioni americane.
In quell'occasione pare infatti che il presidente eletto ne avrebbe approfittato per sfogare tutto il suo risentimento contro i network che hanno osteggiato la sua campagna elettorale. "L'incontro è stato un vero disastro, erano arrivati lì pensando di discutere l'accesso all'amministrazione Trump,ma invece hanno ricevuto una lavata di capo allo stile Trump", ha raccontato al New York Post una fonte informata sull'incontro.