Usa 2016, Wall Street con Hillary: "Garantisce stabilità"

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Francesco Semprini, La Stampa

Gli investitori scommettono sulla candidata democratica. Ecco come si vive la corsa alla Casa Bianca nel distretto finanziario di New York

Un Paese con cittadini di serie A e di serie B, diviso tra sempre più ricchi e sempre più poveri, tra quelli che hanno una buona e una cattiva occupazione. E con un elevato numero di delusi che hanno deciso di non cercare più lavoro. È questa l’America che si appresta a eleggere il suo nuovo presidente in una delle corse  più controverse e bizzarre della storia del Paese, e con due candidati agli antipodi come ha confermato il dibattito di ieri a St. Louis.  

Da una parte Hillary Clinton, gelida icona dell’establishment politico con il debole per le banche di Wall Street, dall’altra Donald Trump, uomo d’affari prestato alla politica, spregiudicato anticonformista tacciato di sessismo e inviso a parecchi nel suo stesso partito. «L’America ha più paura di Donald Trump anche se nel mondo del business c’è chi lo sostiene perché, ad esempio, ha promesso una flat tax sulle imprese del 15% uguale per tutti», spiega Andrea Montanino, direttore per l’analisi economia dell’Atlantic Council di Washington, e una esperienza al Fondo monetario internazionale.  

«Chi sa guardare i numeri si accorge però che la politica di Trump ha un grande elemento di incertezza: l’aumento del debito pubblico - prosegue Montanino - Con le politiche di Trump il debito potrebbe addirittura raddoppiare partendo da un livello che è già ai massimi dalla seconda guerra mondiale. Hillary Clinton è più rassicurante da questo punto di vista operando nel solco già tracciato da Obama».

I mercati finanziari, si sa, cercano la stabilità dal punto di vista politico: «Gli investitori scommettono su Hillary Clinton, e il fatto che lei sia in testa nei sondaggi rassicura i listini», avverte Kenneth Polcari, direttore O’Neil Securities. «Con Trump prevarrebbe l’incertezza e ci sarebbe un terremoto ai vertici della Federal Reserve, con scenari imprevedibili per la banca centrale americana e per il costo del denaro», spiega il veterano del Floor del New York Stock Exchange. Tra gli operatori di Wall Street, dove ogni giorno transitano miliardi di dollari, a microfoni spenti in molti rivelano la loro simpatia per Trump. Il perché lo spiega Polcari: «Il punto debole dell’amministrazione Obama è stata la mancanza di riforme strutturali specie sul piano dei conti pubblici e della tassazione. Altri quattro anni così è per molti qui un grande elemento di frustrazione». Gli ultimi dati economici, inoltre, potrebbero dare una mano a Trump con la revisione al ribasso della crescita americana per il 2016 da parte del Fm e un dato sulla disoccupazione che ha deluso le attese.  

C’è infine la grande incognita della manovra sui tassi di interesse e il costo del denaro da parte della Fed. E poi ci sono  tutti coloro che sono stati tagliati fuori dalla ripresa, una larga fetta della classe media e delle piccole medie imprese, fortemente impoveriti dalla crisi e disillusi dalla politica di palazzo. Pronti al cambiamento profondo e disposti a vedere Donald Trump varcare il portone della Casa Bianca.

 

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