Aleppo, morto in un raid il fratello maggiore di Omran

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Alì, di 10 anni, non è sopravvissuto alle ferite riportate nello stesso bombardamento dell'immagine divenuta un simbolo. Altri sei bambini uccisi in un'altra incursione. De Mistura: "Una tregua può salvare vite"

E' morto il fratello maggiore del  piccolo Omran, il bambino che seduto in un'ambulanza aveva negli occhi tutto l'orrore della città siriana di Aleppo. Ali, 10 anni, è morto  per le ferite riportate nel raid aereo in cui è rimasto ferito Omran. "Ali si è spento in un ospedale di Aleppo per gravi ferite allo  stomaco", ha confermato all'agenzia di stampa Dpa Mahmoud Raslan che  ha immortalato Omran, appena 5 anni, sul sedile dell'ambulanza coperto di sangue e polvere. I due fratellini, insieme ai genitori e a due sorelle, erano stati  tratti in salvo dalle macerie nel quartiere di Qaterji, in mano ai  ribelli, colpito mercoledì da un raid aereo. "Ali è stato operato  quello stesso giorno - ha raccontato Raslan alla Dpa - fino a ieri era in condizioni stabili, ma oggi le sue condizioni sono peggiorate e ora non è più con noi".

Morti altri sei bambini in un bombardamento -
Secondo fonti dei ribelli di Aleppo altri sei bambini sarebbero morti, insieme alla loro madre, in seguito a un bombardamento aereo in un'area della città in mano agli insorti.  Il comitato di coordinamento delle forze ribelli, citato dal sito Middle East Eye, ha detto che gli uccisi sono la moglie e i sei figli di un attivista locale dell'opposizione, Ali Abu al Jawd. La casa si trovava nel distretto di Al Jalum, nella parte vecchia della città. Al Jawd, aggiungono le fonti, non si trovava nella casa al momento del raid.

De Mistura: "Aleppo sta morendo" - Intanto Staffan De Mistura, l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, dal palco del Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, ha affermato che "Aleppo rischia di morire". La città siriana, ha aggiunto, "e' il simbolo dell'orrore di questa interminabile guerra di 5 anni", una città che, prima dello scoppio del conflitto, era "assolutamente meravigliosa, ricca di moschee e chiese di tutte le confessioni presenti nella regione". Oggi, invece, "a parlare laggiù sono le bombe, i razzi, le bombole a gas, i cecchini e i mortai". "A cosa può servire una pausa in un conflitto del genere?" si è chiesto l'inviato delle Nazioni Unite, a proposito della tregua di 48 ore chiesta per la città di Aleppo. Ebbene, si risponde il diplomatico, "una tregua può fare tanto, può salvare vite, questa pausa è importante perché può far riflettere tutte le parti coinvolte".


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