Libia, confermata presenza di sminatori italiani. Cade roccaforte Isis

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Sarebbero una decina gli uomini, probabilmente dell'esercito, che si troverebbero nel Paese, senza tuttavia partecipare ai combattimenti. La conferma arriva, a Sky TG24, dal viceministro degli Esteri Giro. Intanto le forze militari vicine al governo di unità nazionale libico annunciano la loro avanzata a Sirte

Sarebbero una decina gli uomini italiani, probabilmente dell'esercito, che si troverebbero in Libia, senza tuttavia partecipare ai combattimenti. La conferma arriva, proprio ai nostri microfoni, dal viceministro degli Esteri Mario Giro. Quanto basta per far scattare le proteste di Forza Italia, Si e M5s: il governo ha nascosto la verità al Parlamento. Intanto le forze militari vicine al governo di unità nazionale libico del premier Fayez al Serraj hanno annunciato di aver conquistato il quartier generale di Isis a Sirte, che stanno progressivamente liberando dalle sacche di resistenza delle forze del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.

 

L'autorizzazione - Ad autorizzare l'utilizzo delle forze speciali è stato direttamente Palazzo Chigi. La normativa approvata lo scorso novembre dal Parlamento consente infatti al premier di schierare i corpi speciali a supporto delle operazioni d'intelligence all'estero. In questo caso i militari non dipendono dalla Difesa né dalla coalizione internazionale che sostiene il governo libico ma rispondono direttamente alla catena di comando degli 007 e godono, per tutta la durata dell'operazione, delle stesse garanzie riconosciute agli appartenenti ai servizi segreti. 

 

Nuovo ambasciatore a Tripoli - Palazzo Chigi intanto accelera sulla riapertura dell'ambasciata a Tripoli e nomina Giuseppe Perrone a capo della sede diplomatica. Si tratta, viene illustrato, della risposta 'politica' del governo all'appello lanciato dal premier libico designato, Fayez al Sarraj, per un aiuto umanitario al Paese. 

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