Il giovane avrebbe agito per vendicarsi di atti di bullismo, emulando Breivik, l’autore del massacro in Norvegia del 2011. FOTO - VIDEO
Monaco prova lentamente a tornare alla normalità dopo la strage al centro commerciale di venerdì. Dieci morti, compreso l’attentatore, Ali Sonboly, un 18enne tedesco di origine iraniana che era in cura per problemi di depressione. Sul luogo del massacro fiori e messaggi per le vittime, soprattutto minorenni.
Chi erano le vittime:
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Il possibile movente - Si continua a scavare nella vita del killer per capire le ragioni che lo hanno portato a compiere il massacro. Il giovane avrebbe agito per vendicarsi di presunti atti di bullismo. Vicini e conoscenti stanno raccontando in queste che il ragazzo aveva minacciato in passato di compiere un massacro e che era ossessionato dai videogiochi.
Il legame con Utoya - Gli investigatori hanno parlato di un collegamento con la strage di Utoya, compiuta da Anders Breivik (venerdì correva il quinto anniversario dal massacro in Novergia). Nella casa di Monaco, passato al setaccio dalle forze dell’ordine, sarebbero emersi elementi (tra cui un libro) dai quali sarebbe emersa l’ossessione del giovane per le stragi.
Il suicidio davanti agli agenti - Intanto la polizia bavarese, in un comunicato, ha fornito alcuni dettagli sugli istanti di vita dell’attentatore: il giovane si sarebbe suicidato con la sua pistola sotto gli occhi di agenti di polizia che cercavano di parlargli. "Verso le 20:30" una volante della polizia "ha avuto un contatto" con lo sparatore "a nord del centro commerciale Olympia": "quale reazione alle parole dei funzionari, ha preso immediatamente l'arma da fuoco, se l'è portata alla testa e si è sparato", riferisce la nota.