Turchia, Erdogan: "Gulen come Bin Laden". Migliaia di docenti epurati

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Un'immagine della bandiera turca a Istanbul (Getty)

Inviata richiesta ufficiale agli Stati Uniti di estradizione dell'imam, indicato dal governo come ideatore del tentato colpo di Stato. Obama offre aiuto per le indagini. Proseguono le purghe: a migliaia di insegnanti è stata revocata la licenza

Dopo il golpe fallito, il presidente turco Erdogan punta ancora il dito contro Fethullah Gulen. L'imam e magnate è in esilio in Pennsylvania e nei suoi confronti è stata chiesta l'estradizione. "Se i giornalisti avessero intervistato Bin Laden quando le torri gemelle sono state attaccate, cosa avreste pensato?", dice Erdogan, che rilancia il progetto di modifica Gezi Park: la caserma ottomana al posto del Centro Culturale Ataturk e una moschea a piazza Taksim. Poi, ripercorrendo in un'intervista tv la notte del fallito golpe, dice: "Se fossi rimasto" nel resort di Marmaris "10 o 15 minuti in più, sarei stato ucciso o catturato".

 

Nonostante il monito di Ue e Usa, prosegue la repressione nel Paese: più di 9mila arresti, 15mila insegnanti pubblici sospesi, via 8mila poliziotti e lavoratori statali bloccati da un divieto d'espatrio. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni avverte: "Se la Turchia dovesse reintrodurre la pena di morte i negoziati per l'adesione di Ankara all'Unione europea si interromperebbero" (TUTTI I VIDEO).

 

Chiesta estradizione Gulen - Il premier turco Binali Yildirim ha confermato che è stata inviata una richiesta ufficiale agli Stati Uniti di estradizione dell'imam Fethullah Gulen, indicato dal governo come ideatore del fallito golpe della scorsa settimana. Lo riporta l'agenzia ufficiale Anadolu. Yildirim ha anche chiesto a Washington di "smettere di proteggere" Gulen.

 

Obama offre aiuto per le indagini - In serata Barack Obama ha parlato con il presidente turco Erdogan invitandolo al rispetto dei valori democratici. La Casa Bianca ha anche offerto qualsiasi aiuto al governo di Ankara nelle indagini sul tentato colpo di Stato.

 

Arresti ed epurazioni - È salito a 9.322 il numero delle persone arrestate finora con l'accusa di complicità nel fallito golpe in Turchia. La cifra è stata ufficializzata dal vicepremier e portavoce del governo di Ankara, Numan Kurtulmus. Circa 500 tra imam e docenti di religione sono stati rimossi ed è stato annunciato che non sarà permesso lo svolgimento dei funerali islamici per i golpisti uccisi.

 

Il ministero dell'Educazione turco ha annunciato di aver sospeso 15.200 insegnanti per sospetti legami con la rete che fa capo a Fethullah Gulen e son state chieste le dimissioni di tutti i 1577 rettori turchi. Ai 21 mila docenti delle scuole private è stata tolta la licenza. Inoltre è stata revocata l licenza di trasmissione a "ogni radio o televisione legata a oppure a sostegno" della rete di Gulen.

 

Rinviate a giudizio 278 persone - Intanto il tribunale di Istanbul ha rinviato a giudizio 278 persone con l'accusa di essere coinvolte nel tento di colpo di Stato. I sospetti, tra cui 13 ufficiali e soldati di alto rango, sono accusati di "crimine contro il governo" e di "essere membri di un'organizzazione terroristica armata". Secondo l'Ufficio del procuratore capo di Istanbul, altri 900 sospetti sono ancora sotto interrogatorio. Secondo l'articolo 309 del Codice penale turco, chiunque venga riconosciuto colpevole di queste accuse "sarà punito con l'ergastolo".

 

I funerali delle vittime: foto

 

 

 

 

Ipotesi pena di morte - Ma allo stesso tempo sembra sempre più concreta l'ipotesi di una reintroduzione della pena di morte. Dopo che ieri il presidente Recep Tayyip Erdogan ha promesso di ratificare un'eventuale decisione in questo senso del Parlamento, stamani il leader del partito di opposizione nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, ha annunciato di essere disposto a votare con il governo: "Se l'Akp (di Erdogan) è pronto, anche noi lo siamo. Consideriamo la pena di morte e tutto cio' che è necessario".

 

Gentiloni: con pena capitale stop ai negoziati – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni però ha ribadito che se Ankara dovesse reintrodurre la pena di morte, i negoziati per l'adesione della Turchia all'Unione europea si interromperebbero. "E' chiaro che non sta né in cielo né in terra di continuare un qualsiasi percorso negoziale con un Paese che reintroducesse la pena di morte, visto che tra i principi dell'Unione europea c'è ovviamente l'abolizione della pena di morte", ha affermato il ministro riferendosi alla Turchia.

 

Le immagini del golpe fallito

 

 

 

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