"Mi ha chiamato il 14 luglio, era allegro", ha spiegato Jaber Bouhlel, fratello dell'attentatore. "Non faceva neanche la preghiera ed era in cura da uno psicologo", ha raccontato
"L'ultima volta l'ho sentito nella giornata del 14 luglio: era normalissimo, mi ha detto che sarebbe andato alla festa, era allegro". Jaber Bouhlel, fratello dell'autore della strage di Nizza Mohamed Bouhlel, in un'intervista a Sky TG24 spiega che proprio il giorno della tragedia aveva parlato con lui.
"Era in cura dallo psicologo" - "Mi ha chiamato alle quattro del 14 pomeriggio - ha raccontato - e mi ha detto di essere alla festa sulla Promenade, era normale. Poi il giorno dopo mi sono svegliato e ho trovato tutti i giornalisti davanti casa mia. Non faceva la preghiera, sono scioccato. Era in cura da uno psicologo perché era nervoso. Con la sua compagna aveva problemi normali, la moglie se ne era andata, ma non so che tipo di problemi psicologici avesse". (TUTTI I VIDEO)
"Non aveva amici" - Quanto alla possibilità che suo fratello conoscesse il reclutatore Omar Diaby, Bouhlel ha spiegato: "Non conosco questo nome. Mio fratello non aveva amici, conosceva solo i cugini e i vicini di casa". In merito ai soldi inviati alla famiglia da Mohamed pochi giorni prima della strage, Jaber Bouhlel ha chiarito di non aver mai "detto questo, i soldi erano già arrivati in Tunisia". Rispondendo infine alla domanda se sia stato interrogato dalla polizia, Bouhlel ha detto: "La polizia non c'è, non è venuto nessuno, solo giornalisti".