E' quanto emerso dagli esami sui corpi delle nove vittime italiane, rientrati ieri in Italia: non è stata una morte rapida. TUTTI I VIDEO
Non è stata una morte rapida quella dei nove italiani massacrati in un ristorante di Dacca, in Bangladesh, da un commando di fanatici islamici (LE FOTO). L'autopsia, eseguita oggi al Policlinico Gemelli, ha stabilito che i terroristi, armati di machete, armi da sparo ed esplosivo, hanno infierito sugli ostaggi, mutilandoli in più parti del corpo e senza dare loro il colpo di grazia. Su alcune salme, i medici legali hanno rinvenuto anche segni di proiettile e tracce di esplosivo.
Le indagini - Proseguono intanto le indagini. Gli investigatori continuano con gli interrogatori dei famigliari del commando. Dalle informazioni raccolte fino ad ora si avrebbe la conferma che i terroristi sono rampolli di ricche famiglie locali arruolatisi nelle file della jihad (CHI SONO I TERRORISTI).
La polizia ha poi ammesso che le 'teste di cuoio', nel corso del raid all'alba di sabato per liberare gli ostaggi, potrebbero aver ucciso per errore un bengalese che lavorava nel locale: scambiarono infatti Saiful Islam Chowkidar, il pizzaiolo 40enne dell'Holey Artisan Bakery, per uno dei terroristi.
L’Isis avrebbe inoltre diffuso un nuovo video nel quale inneggia al sanguinoso attentato in Bangladesh e minaccia nuovi attacchi contro i "crociati" e le "nazioni crociate".