Strage di Dacca: 9 gli italiani morti, due si sono salvati

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L'imprenditore Gian Galeazzo Boschetti è scampato all'attacco terrorista perché era in giardino a fare una telefonata. Il cuoco Jacopo Bioni è scappato sul terrazzo al primo sparo

Nove connazionali morti e due che si sono salvati per miracolo. E' il bilancio italiano della strage di Dacca, in Bangladesh, che ha fatto in tutto 20 morti.

 

Due italiani salvi - Dei due italiani in salvo, uno è l'imprenditore Gian Galeazzo Boschetti, a cena con gli altri italiani uccisi, che si è salvato perché era in giardino a fare una telefonata, mentre anche la moglie veniva trucidata all’interno del locale. L'altro è il cuoco veronese Jacopo Bioni che, insieme ad altri dipendenti del locale, al primo sparo ha intuito la tragedia e si è rifugiato sul tetto del locale (ASCOLTA LA SUA TESTIMONIANZA A SKY TG24).

 

Il governo bengalese: terroristi non sono dell'Isis - Sul fronte delle indagini, secondo il ministro dell'Interno bengalese, Asaduzzaman Khan, i terroristi che sono entrati in azione nel ristorante non appartenevano all'Isis ma "erano membri di Jamaeytul Mujahdeen Bangladesh", un gruppo estremista dichiarato illegale nel Paese da più di 10 anni che "non ha legami con lo Stato islamico", che però ha rivendicato la strage. Gli autori della strage erano tutti giovani, altamente istruiti e provenienti da famiglie bengalesi benestanti, dove diventare miliziani "è diventata una moda", fanno sapere dal governo bengalese. (CHI ERANO LE VITTIME ITALIANE)

 

Il cordoglio di Mattarella dal Messico - Sulla strage è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Oggi tutti gli italiani sono con animo triste per i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti. Erano impegnati con la loro presenza a contribuire alla crescita del Bangladesh. Hanno impersonato il contrasto tra una pacifica convivenza e l'ottusità e la violenza del terrorismo" ha detto da Città del Messico. Il capo dello Stato ha deciso di anticipare il rientro a Roma "per rendere omaggio alle salme", annullando le visite in Uruguay ed Argentina e ridimensionando fortemente quella in Messico.

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