Terrore a Dacca, la dinamica dell'attacco

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Il bilancio finale dell'assalto a un ristorante nella capitale del Bangladesh parla di venti ostaggi uccisi, quasi tutti con armi da taglio, due poliziotti morti. Del commando formato da sette jihadisti uno solo è stato catturato vivo

L'attacco al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, costato la vita a 20 civili, tra cui 9 italiani (FOTO), è iniziato poco dopo le nove di sera di venerdì primo luglio, quando un commando armato formato da sette persone ha fatto irruzione nel locale frequentato in prevalenza dal personale diplomatico della capitale del Bangladesh.

A dare l'allarme, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato un cittadino italiano che si trovava nel giardino del locale e che sarebbe riuscito a fuggire avvertendo l'ambasciata italiana. Da qui sarebbe partito l'allerta alle forze dell'ordine.

In un primo momento le forze di sicurezza avrebbe tentato di stabilire un contatto per una possibile trattativa con il commando. Ma dopo un assedio di circa dieci ore, verso le sette di mattina di sabato, è stato deciso di far intervenire le forze di sicurezza del Bangladesh, che sono intervenuti con mezzi blindati e un centinaio di uomini.

Almeno tredici le persone che sono state salvate dall'intervento delle forze di sicurezza. Degli assalitori sei sono stati uccisi, mentre il settimo è stato ferito e catturato. All'interno del locale sono stati trovati i corpi delle venti vittime, la maggior parte delle quali presentava ferite di arma da taglio.

Secondo quando riferito da alcuni testimoni i terroristi chiedevano agli ostaggi di recitare versi del corano. Chi li sapeva veniva risparmiato, mentre gli altri venivano torturati e uccisi con un machete.

Il bilancio finale parla di venti ostaggi uccisi (di cui nove italiani, sette giapponesi, un indiano, un americano e due bengalesi) e due agenti di polizia morti durante l'assalto.

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