Spagna, vince Rajoy, socialisti secondi. Podemos fallisce il sorpasso

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Mariano Rajoy e Pablo Iglesias

Il premier uscente guadagna qualche punto percentuale rispetto alle elezioni dicembre scorso, ma continua a non avere la maggioranza. Il movimento post-Indignados non riesce a diventare seconda forza del Paese. Resta il rischio di ingovernabilità

Mariano Rajoy l'inaffondabile sopravvive ad un'altra elezione e anzi è il vincitore relativo delle politiche spagnole, che hanno visto tramontare il 'sogno' di Podemos di diventare il primo partito della sinistra superando i socialisti e candidarsi alla guida del governo. I primi exit poll, poi smentiti dalla realtà, avevando dato al partito post-Indignados l'illusione di essere la prima forza a sinistra e di potersi candidare alla guida del Paese. Ma i dati usciti dalle urne hanno ribaltato la realtà.

Podemos fallisce il sorpasso sui socialisti
- Il Pp di Rajoy si rafforza rispetto a dicembre. Dopo lo spoglio della quasi totalità dei seggi cresce di 13 deputati, a quota 136 su 350, con il 32,9% dei voti. In favore del partito del premier ha giocato un effetto Brexit, come sperava il premier uscente, spingendo una parte degli elettori a votare la 'sicurezza' contro l'avventura di Podemos. Così i popolari vampirizzano anche il partito moderato emergente Ciudadanos, che scende da 40 a 32 seggi e al 13%. I socialisti, in leggera flessione a 85 deputati contro i 90 del Congresso uscente - con il 22,7% - si salvano però dal disastro annunciato dai sondaggi, che unanimi prevedevano il sorpasso di Podemos. Il partito 'viola' registra una forte delusione, dopo che i sondaggi per settimane gli hanno fatto "toccare il cielo", dando a un'ipotetica coalizione Podemos-Psoe guidata da Iglesias quasi la maggioranza assoluta. Il partito, alleato con Izquierda Unida, si ferma a 71 seggi, lo stesso risultato di dicembre.

Trattative difficili, resta il rischio ingovernabilità
- Questi risultati del 'secondo turno', provocato dalla paralisi del parlamento dopo le politiche di dicembre, senza maggioranze chiare e fra veti incrociati dei partiti, rischiano però di non risolvere il problema della governabilità del paese. Rajoy ha continuato a proporre durante la campagna elettorale  quanto ha sostenuto negli ultimi sei mesi, cioé una Gran Coalicion con socialisti e Ciudadanos che garantisca per quattro anni la stabilità del paese in un quadro 'europeo'. Il leader socialista Pedro Sanchez però finora ha risposto 'no'. Da soli, popolari e Ciudadanos non arrivano alla maggioranza assoluta di 176 seggi del Congresso. Il premier uscente si presenta però ora alle trattative con gli altri partiti con una maggiore autorevolezza: quella del solo leader che ha vinto, e non poco, in queste politiche.

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