Regeni, dai magistrati egiziani nuovi atti agli investigatori italiani

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Nelle ore scorse un tribunale ha disposto altri 15 giorni di carcere per il consulente della famiglia di Giulio nel Paese, arrestato il 25 aprile scorso per attività sovversiva

 

Sono iniziati gli incontri tra gli investigatori italiani ed egiziani per confrontarsi sulle indagini relative alla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio e trovato senza vita il 3 febbraio lungo la strada tra il Cairo e Alessandria.

Sabato è atterrata all'aeroporto internazionale del Cairo a bordo di un volo Alitalia una squadra di otto inquirenti del nostro Paese.

Durante l'incontro alla delegazione italiana sono stati dati atti dell'indagine. Si tratta, secondo quanto trapela, di documenti la cui consegna era stata sollecitata con rogatoria dai pm romani all'indomani del fallito vertice tenutosi a Roma.

Il viaggio di Pignatone al Cairo - Il 14 marzo scorso, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, si era recato al Cairo su invito delle autorità egiziane per un primo confronto sulle indagini con il procuratore generale egiziano Nabil Sadeq e con un team della procura di Giza. Il 6 aprile, invece, gli inquirenti egiziani erano arrivati a Roma per una due giorni di incontri con magistrati e investigatori italiani, che tuttavia per il nostro paese non ha prodotto risultati soddisfacenti.

 

La decisione del tribunale egiziano - Intanto ieri un tribunale egiziano ha prolungato di altri 15 giorni il carcere per il consulente della famiglia Regeni nel Paese, Ahmed Abdallah, accusato di attività sovversiva e partecipazione a manifestazione non autorizzata.

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