Il magazine americano ha stilato una classifica dei 50 oggetti che più hanno cambiato la vita e il lavoro dell'uomo. In testa il telefono della Apple, ultimi i Google Glass
Smartphone, videogiochi, computer: tutti gli oggetti che per noi sono la normalità hanno un “antenato”. Un precursore che con la sua comparsa ha cambiato abitudini e costumi, ha lanciato mode e inaugurato il progresso. Il settimanale americano Time ha deciso di celebrare con una classifica i “50 Most Influential Gadgets of All Time”: dai prodotti Apple (ben 5 in lista) alla Polaroid, passando per il Game Boy e il Walkman della Sony. Ultimi i Google Glass.
La top 5 – Il numero uno in classifica è l’iPhone, perché “Apple quando ha lanciato l'iPhone nel 2007 è stata la prima azienda a mettere nelle tasche di milioni di utenti un vero e proprio computer. Ha inaugurato una nuova era di telefonini cambiando per sempre il modo in cui comunichiamo, lavoriamo e giochiamo, con ripercussioni per i decenni a venire”. Al secondo posto la Trinitro, televisione a colori della Sony, lanciata nel 1968, che ha venduto più di 100 milioni di pezzi in tutto il mondo. Seguono il computer Apple Macintosh, il Walkman della Sony, che portò la musica nelle tasche di tutti, e l’IBM Model 5150, uno dei primi personal computer.
These are the 50 most influential gadgets of all time https://t.co/X99nzURYJo pic.twitter.com/y8D2r07LvW
— TIME.com (@TIME) 4 maggio 2016
Dai videogiochi al Nokia 3210 – Nella lista del Time ci sono altri tre prodotti dell’azienda di Cupertino: l’iPod, erede del walkman, al nono posto, l’iPad al 25esimo e l’iBook al 38esimo. Al sedicesimo gradino troviamo il Game Boy, antenato della Play Station (31esima) e della Wii (32esima). Compaiono anche la macchina fotografica istantanea Polaroid, il primo dispositivo di lettura Kindle prodotto da Amazon, il Sony Discman, lettore cd portatile che ha segnato il passaggio tra il walkman e gli mp3, e il navigatore Tom Tom. Al 50esimo posto i Google Glass, che sono stati per vari motivi un esperimento di scarso successo: “Ad esempio facilitano la registrazione di video, motivo per cui sono stati vietati in molti ristoranti, bar e cinema. Inoltre hanno mostrato come possano essere una ‘trappola’ che rende chi li usa facilmente riconoscibile, fatto probabilmente ben sottolineato dal termine ‘Glassholes’, coniato per definire i primi utilizzatori”, spiega il magazine.