Le elezioni del gennaio scorso avevano sancito la fine del bi-partitismo creando una situazione di stallo. I socialisti puntano il dito contro Podemos e popolare per non aver voluto una coalizione
Nulla di fatto in Spagna. Il Paese torna infatti a votare, come oramai previsto, il prossimo 26 giugno. Al termine dell'ultimo giro di consultazioni "non esiste un candidato che abbia il sostegno necessario per avere la fiducia in Parlamento". Secco il comunicato, riportato dalla stampa spagnola, del re Felipe VI che ha riferito del fallimento dei colloqui con i leader dei partiti, avviando di fatto il Paese verso nuove elezioni, vista la scadenza del 2 maggio per formare un nuovo governo.
Socialisti accusano Podemos e Rajoy - Il primo ministro uscente, Mariano Rajoy, è stato l'ultimo tra i leader politici ad incontrare il re alla Zarzuela, annunciando per la terza volta consecutiva, di non avere i voti necessari, anche se il suo partito aveva vinto le elezioni a dicembre. In precedenza, il monarca aveva incontrato il leader del Psoe, Pedro Sanchez, che lo aveva informato che anche la proposta in extremis fatta questa mattina non aveva raccolto il sostegno necessario. Il leader socialista ha accusato in particolare il leader della formazione post-indignados Podemos, Pablo Iglesias insieme al premier Rajoy di non avere voluto formare un governo di coalizione, per la loro mancanza di volontà.
Dalle ultime elezioni uscita situazione di stallo - Le ultime elezioni politiche si erano svolte il 20 dicembre scorso, rompendo di fatto decenni di bipartitismo, ed innescando una crisi politica senza precedenti. Uno stallo politico concretizzatosi a gennaio quando il premier uscente, Rajoy, aveva rinunciato al tentativo di formare un nuovo governo in mancanza del necessario sostegno parlamentare. I successivi tentativi di Sanchez non sono riusciti a coagulare il sostegno necessario ad un nuovo esecutivo, fino alla giornata di oggi, che ha sancito il fallimento delle consultazioni.