Quasi mezzo milione di morti, più della popolazione costretta a fuggire all'estero, sono i numeri drammatici del conflitto nel paese mediorientale. Gli Usa intanto annunciano l'uccisione del capo dell'Isis in Siria
Nel giorno in cui ricorrono i cinque anni dall'inizio della sanguinosa guerra in Siria (lo speciale - l'infografica), le forze militari russe danno il via al ritiro annunciato ieri dal presidente Putin. Il personale tecnico della base aerea russa di Hmeimim, nella provincia di Latakia in Siria, ha infatti iniziato a preparare la smobilitazione ordinata dal Cremlino. Lo ha reso noto il ministero della Difesa in un comunicato. I tecnici, si legge nella nota, stanno preparando gli aerei "per voli a lungo raggio verso aerodromi permanenti dislocati nella Federazione russa". Gli uomini di Mosca stanno caricando di "equipaggiamenti e materiale" i mezzi dell'aviazione militare preposti al trasporto, che saranno scortati fino in Russia.
Mosca ritira i suoi soldati - Putin ha ordinato ieri, lunedì 14 marzo, il ritiro di "gran parte" delle forze russe in Siria, dove Mosca aveva iniziato raid aerei a fianco del regime di Damasco, il 30 settembre scorso. Non è chiaro quanto personale militare la Russia abbia dispiegato, ma stime Usa parlando di un numero tra i 3.000 e i 6.000 uomini. Il Cremlino ha comunque sottolineato che la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus continueranno a operare normalmente. Il regime siriano ha fatto sapere ieri che l'operazione di ritiro è stata accuratamente concordata da Damasco e Mosca.
Usa annunciano morte del capo dell'Isis in Siria - Intanto le forze americane hanno annunciato che il comandante dell'Isis in Siria, Omar al-Shistani, noto come Omar "il ceceno" e ritenuto il braccio destro di Abu Bakr al-Baghdadi è morto in seguito alle ferite subite nel corso di raid aereo statunitense.
La distruzione della Siria vista da un drone:
<iframe width="560" height="319" src="http://player.sky.it/external/news/50/275316" frameborder="0" allowfullscreen="true"></iframe>