Ostaggi Libia, Gentiloni: penose modalità di rientro dei connazionali

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Al Senato, l'informativa del ministro degli Esteri: "Azioni proporzionate con l'ok del Parlamento". Procura di Tripoli: "Rimpatrio corpi di Failla e Piano dopo autopsia"

"La ricerca della verità” sul sequestro dei 4 italiani in Libia "è doverosa, vede impegnata la procura di Roma e il Parlamento giustamente la esige". Queste le parole del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, nell’informativa al Senato. Parole che arrivano a qualche ora di distanza dal possibile rientro in Italia dei corpi dei due tecnici della Bonatti, Fausto Piano e Salvatore Failla, rapiti a luglio insieme ai colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, liberati il 2 marzo. La Procura generale di Tripoli ha confermato che le salme dovrebbero partire in serata.

Corpi di Failla e Piano partiranno dopo l'autopsia - "Se Dio vuole, i corpi partiranno stasera: una volta terminata l'autopsia" le salme "saranno avviate immediatamente verso l'aeroporto", ha detto il direttore dell'Ufficio inchieste presso la Procura generale di Tripoli, Sidikj Al-Souri. L'autopsia sui due corpi, "alla presenza di un medico italiano", è terminata nel primo pomeriggio. "Non è un'autopsia superficiale, è un'autopsia completa per poter estrarre, se c'è, il proiettile dai corpi e determinare il tipo d'arma che ha causato il decesso", ha detto ancora Sidikj Al-Souri.

"Modalità penose" - "Il sequestro e le modalità penose del rientro dei nostri connazionali ripropongono all'attenzione la pericolosità e la criticità della situazione in Libia", ha detto Gentiloni al Senato. Poi ha ribadito: "Non è stato pagato alcun riscatto".

Libia, azioni proporzionate con ok Parlamento - Gentiloni, nel corso dell’intervento a Palazzo Madama, ribadisce che l'Italia al momento esclude un proprio intervento militare in Libia: "Non è un teatro facile per esibizioni muscolari, il governo non si farà influenzare da radiose giornate interventiste". E aggiunge: l'Italia "difenderà la minaccia terroristica" in Libia "con azioni proporzionate.

Ieri il premier Matteo Renzi, nell'ambito di un vertice bilaterale a Venezia con il presidente francese Francois Hollande, aveva avvertito però i libici che "il tempo a loro disposizione non è infinito".

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