Accuse reciproche di aver violato il cessate il fuoco scattato a mezzanotte. Ong: bombardamenti turchi sui curdi. Tv di Stato: dai ribelli razzi su Damasco. Autobomba a Salamiyeh, l'Isis rivendica
La tregua in Siria non regge. Denunce di violazioni del cessate il fuoco sono arrivate da più parti. La Ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) sostiene che l'artiglieria turca ha nuovamente bombardato le forze curde dell'Ypg, che nella provincia di Raqqa combattono l'Isis in una regione verso il confine turco. Da parte sua, il gruppo islamista ribelle Jaish al Islam afferma che elicotteri governativi hanno sganciato due barili bomba sulle sue postazioni nei pressi di Damasco. La tv di Stato, poi, riferisce che i miliziani ribelli hanno lanciato razzi su "aree residenziali" della capitale. E l'Isis, che non aderisce allla tregua, ha rivendicato l'esplosione di un'autobomba a Salamiyehin che ha provocato almeno due vittime.
Tregua fragile - Che la tregua sia fragile lo si capisce anche dalle parole del presidente Usa Barack Obama. "Non ci facciamo illusioni" sul cessate il fuoco, ha detto. "Nella migliore delle circostanze la violenza non si fermerà subito", ha aggiunto sottolineando che nella tregua "molto dipende dal fatto che il regime siriano e la Russia manterranno i propri impegni". Il cessate il fuoco, promosso da Washington e Mosca e appoggiato dalle Nazioni Unite, era scattato alla mezzanotte in punto (le 23 in Italia) dopo quasi 5 anni di ostilità ininterrotte, iniziate a metà marzo del 2011. Dalla tregua nelle ostilità sono escluse le due formazioni terroristiche più pericolose, Isis ed il braccio di al Qaeda in Siria, il fronte Jubath al Nusra. Hanno invece sottoscritto l'intesa 97 gruppi dell'opposizione anti-Assad. A New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto il rispetto della tregua e ha annunciato un nuovo round di negoziati di pace tra il governo e l'opposizione per il prossimo 7 marzo.