Italia: ok a droni Usa da Sigonella. Gentiloni: non ci sarà intervento

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Droni americani in un'immagine d'archivio

Accordo tra il governo Renzi e l'amministrazione americana per usare la base siciliana per missioni senza pilota in Libia. Le operazioni saranno di carattere difensivo, ma la Casa Bianca preme per un maggiore impegno da parte di Roma. Renzi: "Facciamo la nostra parte". Intanto la Siria accetta il cessate il fuoco

L'Italia ha dato il via libera alla partenza di droni armati americani dalla base di Sigonella, in Sicilia. Destinazione la Libia e il Nord Africa, nell'ambito delle operazioni anti-Isis. Ma l'autorizzazione, giunta il mese scorso, è stata concessa da Roma ad una condizione: i velivoli potranno essere utilizzati solo a scopo difensivo, per proteggere l'azione delle forze speciali Usa. A svelare l'ok del governo Renzi all'amministrazione Obama è stato il Wall Street Journal, che parla di "svolta" dopo oltre un anno di negoziati. Finora infatti la presenza dei droni a Sigonella, lì dal 2011, era consentita solamente per voli di sorveglianza e non armati. Il ministero della Difesa, confermando la notizia dell'accordo tra Washington e Roma, ha sottolineato come l'attività non sia ancora iniziata e dovrà essere sottoposta, di volta in volta, all'autorizzazione del governo, che ha chiesto precisi limiti. Lo stesso Gentiloni ha poi precisato che non si tratta di "un preludio a un intervento".

La Casa Bianca vorrebbe un impegno maggiore dell'Italia -  La Casa Bianca e il Pentagono - scrive il quotidiano finanziario - stanno però tentando di persuadere il governo Renzi ad autorizzare l'uso dei droni armati anche in operazioni offensive. Operazioni come quella condotta venerdì scorso contro un campo dell'Isis a Sabratha, nel nordovest della Libia, proprio di fronte alle coste italiane. In quell'occasione sono stati uccisi almeno 30 jihadisti, e tra questi quasi certamente anche Noureddine Chouchane, considerato la mente degli attentati al museo del Bardo di Tunisi e del resort della spiaggia di Sousse, sempre in Tunisia. In questo caso i droni armati sono partiti da una base militare in Inghilterra, quella di Lakenheath. Finora - scrive ancora il Wsj - l'Italia si è rifiutata di cedere su questo punto, per paura di sollevare enormi polemiche interne e di alimentare nell'opinione pubblica un'opposizione contro la guerra. Soprattutto se nel corso delle operazioni dei droni ci dovessero essere vittime civili. Preoccupazioni reali, ammette del resto lo stesso Wsj, che ricorda come nell'ultimo raid di Sabratha hanno probabilmente perso la vita anche due ostaggi serbi.

 

Renzi: "L'Italia fa la sua parte"

 

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Gentiloni: "Non è un preludio ad un intervento" - La possibilità che le basi vengano utilizzate per operazioni antiterrorismo "non è preludio a un intervento militare" ha poi precisato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni oggi a Istanbul, spiegando che "l'utilizzo delle basi non richiede una specifica comunicazione al parlamento, ma sarà il ministero della difesa a valutare" caso per caso.  Il ministro ha precisato che l'autorizzazione concessa rappresenta "la conferma di una collaborazione tra Italia e gli Usa, caso per caso, ed è una collaborazione finalizzata a operazioni di difesa", non di attacco. "Oltretutto non credo che questa autorizzazione sia specificamente finalizzata alla Libia ma ad operazioni antiterrorismo in generale", ha concluso Gentiloni.

 

La Siria accetta il cessate il fuoco - Intanto dal governo siriano è arrivato l'ok alla proposta russo-americana sul cessate il fuoco. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Damasco in un comunicato, specificando tuttavia che le autorita' continueranno a combattere non solo contro l'Isis e il Fronte al Nusra ma "anche contro gli altri gruppi terroristi". Il governo siriano considera "terroristi" tutti i gruppi armati delle opposizioni.

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