Turchia sotto attacco, due esplosioni tra ieri e oggi: 35 morti

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Il primo attentato, avvenuto nella sera di martedì ad Ankara, sarebbe opera di un kamikaze curdo-siriano entrato come rifugiato: 28 le vittime. Fermate due persone con l'accusa di essere complici dell'uomo. Altra detonazione nel sud-est del Paese, a Diyarbakir, sempre contro un convoglio militare

Due esplosioni in poco più di 12 ore: è di almeno 28 morti e 61 feriti il bilancio dell'autobomba di ieri contro un mezzo militare ad Ankara (FOTO); in mattinata un'esplosione ha colpito invece un convoglio militare a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est della Turchia, dove da mesi sono in corso scontri tra esercito e Pkk. Almeno 7 soldati turchi sono rimasti uccisi.

 

Gli investigatori: "Attentatore è un curdo-siriano" - Secondo fonti vicine agli investigatori turchi, il presunto kamikaze dell'attentato ad Ankara, Saleh Nejar, era un membro delle milizie curdo-siriane dell'Ypg, come confermato dal premier turco Ahmet Davutoglu. L'uomo, 24 anni, sarebbe stato identificato attraverso le impronte digitali:  era entrato in Turchia a luglio come rifugiato dalla Siria. Le autorità hanno fermato due persone con l'accusa di complicità con Nejar. Il leader dei curdi siriani dell'Ypg ha però negato che il suo gruppo sia dietro gli attentati.

 

Da sabato l'artiglieria turca sta bombardando dal suo territorio postazioni delle milizie curde nel nord della Siria, a pochi chilometri dalla frontiera. Ankara considera il Pyd, principale forza curda in Siria, e il suo braccio armato Ypg, come organizzazioni terroristiche. Nei giorni scorsi forti contrasti sono emersi con gli Usa, attaccati dal presidente Recep Tayyip Erdogan perché si rifiutano di considerare i membri del Pyd come terroristi. Washington ha più volte espresso apprezzamento per il ruolo dei curdi nella lotta all'Isis sul terreno.  

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