Damasco, strage in un santuario sciita. L'Isis rivendica

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Una foto del luogo degli attentati

E' di almeno 60 vittime e 110 feriti il bilancio delle tre esplosioni verificatesi a Damasco vicino al santuario di Sayyida Zeinab. Il luogo, meta di pellegrinaggio, era stato già preso di mira lo scorso febbraio in un altro attentato. In Svizzera, intanto, proseguono a rilento i colloqui di pace

E' di almeno 60 vittime il bilancio dell'attentato avvenuto oggi a Damasco, in Siria, vicino a un santuario sciita. Lo riferisce l'agenzia di Stato Sana che parla anche di 110 feriti. Gli attacchi sono stati rivendicati dall'Isis. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani più della metà delle vittime sono civili, mentre almeno 25 sono miliziani sciiti, sia stranieri che siriani, fedeli al presidente Sashar al-Assad.

La dinamica dell'attentato - Le esplosioni sono state tre,  distanza ravvicinata, riferiscono i media ufficiali siriani. A causarle due kamikaze e un'autobomba lasciata davanti ad una vicina fermata degli autobus. I due attentatori suicidi hanno azionato le cinture esplosive dopo l'esplosione dell'autobomba, facendosi saltare in aria tra le persone che erano accorse.

Il santuario già preso di mira nel febbraio del 2015 - L'attacco si è verificato vicino al Sayyidah Zainab Shrine, a sud della capitale, luogo di pellegrinaggio sciita. Il santuario fu già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi e altre 13 rimasero ferite vicino ad un checkpoint nello stesso quartiere. Nello stesso mese, un'esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L'attentato fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.
 

La rivendicazione dell'Isis - L'attentato è stato rivendicato dallo Stato Islamico attraverso l'agenzia di stampa "al Amaq", considerata vicina al gruppo terroristico, che ha riferito come l'attacco sia opera del sedicente "califfato". Il santuario custodisce le spoglie di una delle nipoti di Maometto ed è  frequentato da numerosi pellegrini sciiti nonostante la guerra.

A Ginevra le trattative di pace - Gli attentati di Damasco arrivano mentre a Ginevra le Nazioni Unite stanno faticosamente cercando di far partire una terza tornata di colloqui, dopo le due fallite nel 2014. L'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, si è detto "ottimista e determinato" sui colloqui. Dopo l'incontro con l'Alto comitato negoziale della coalizione dell'opposizione siriana, che non parla direttamente con il regime, de Mistura ha riferito che il gruppo "merita che io presti attenzione alle loro preoccupazioni". L'Onu mira a raggiungere un cessate il fuoco entro sei mesi e poi arrivare ad una transizione politica. In 5 anni di conflitto sono morte più di 250mila persone mentre oltre 10 milioni sono gli sfollati. Sui colloqui di Ginevra è intervenuto anche il segretario di Stato Usa John Kerry invitando tutte le parti coinvolte a "trattare in buona fede" per fermare "il bagno di sangue".

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