Spagna, Rajoy rinuncia a formare un nuovo governo ma non molla

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Il premier uscente: "Ho detto al re che in questo momento non ho una maggioranza". Ma chiarisce di "non rinunciare a nulla". La mossa a sorpresa a poco più di un mese dal voto che ha eletto un Congresso quasi ingovernabile. Ora si potrebbe tornare a nuove elezioni

Colpo di scena a Madrid, dove contro ogni attesa il premier uscente, il popolare Mariano Rajoy, ha respinto, nella serata di venerdì 22, la proposta di re Felipe VI di tentare di ottenere l'investitura del Congresso dei deputati. La mossa a sorpresa di Rajoy spiazza gli analisti, che prevedano si sarebbe sottoposto anche se con poche speranze di farcela al voto del parlamento, e rilancia la complessa partita a scacchi politica aperta dalle legislative del 20 dicembre che hanno eletto un Congresso quasi ingovernabile.

 

“Non ho una maggioranza” - Il gesto del leader del PP, arrivato primo alle politiche ma senza maggioranza, è una reazione all'annuncio venuto poco prima dal leader di Podemos Pablo Iglesias dell'imminente avvio di trattative con il Psoe di Pedro Sanchez per formare un governo "del cambiamento". "Ho detto al re che in questo momento non ho una maggioranza" ha spiegato Rajoy, chiarendo però di "non rinunciare a nulla". Non ha senso, ha aggiunto, sottoporsi al voto del Congresso "quando altri già procedono alla distruzione dei portafogli in un altro governo". Iglesias oggi ha chiesto sei ministri, fra cui quelli di interni e difesa, in un possibile governo Sanchez, e la poltrona di vicepremier per se stesso. "Siamo qui per governare" ha chiarito. Ma i numeri ancora non ci sono, per nessuno.

 

La situazione in Parlamento - Nel nuovo, frammentato Congresso dei deputati il Pp ha 123 seggi su 350, il Psoe 90, Podemos e i suoi alleati 69, Ciudadanos 40, gli indipendentisti catalani 17, quelli baschi 2, come Izquierda Unida (Iu), e 6 i nazionalisti baschi del Pnv, possibili alleati di Sanchez. Rajoy, che propone una Gran Coalicion con socialisti e Ciudadanos, per ora non ha ottenuto alcun appoggio. Sanchez lavora invece a una 'coalizione alla portoghese' con Podemos, Iu e i baschi in nome del 'tutti contro Rajoy', che passerebbe con l'astensione degli indipendentisti.

 

Il rischio di un nuovo voto - Ma le incognite sono ancora tante, e rimane forte il rischio di un ritorno alle urne in primavera se entro due mesi la Spagna non avra' un nuovo governo. Re Felipe riprenderà le consultazioni con i partiti mercoledì. Dovrebbe poi proporre a Sanchez di tentare a sua volta. Per ora non c'è stato alcun negoziato fra il Psoe e i suoi possibili alleati e i dubbi nonostante la ferrea volontà di Sanchez e Iglesias di andare al potere sono tanti.

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