Uomini armati hanno fatto irruzione nel campus a Charsadda, a circa 50 km da Peshawar. Almeno 20 i morti e decine i feriti. L'attacco è stato rivendicato dai talebani. "I terroristi sono stati uccisi", dichiara il portavoce delle Forze Armate pakistane, il generale Asim Bajwa
Il terrore torna a colpire studenti in Pakistan. Uomini armati, con il favore di una fitta nebbia, hanno fatto irruzione nell’università di Charsadda, a circa 50 km da Peshawar. Hanno lanciato bombe a mano e sparato all'impazzata prima sugli agenti della sicurezza e poi su una folla di studenti e professori. Il bilancio, non ancora definitivo, è di 60 feriti e oltre 20 morti; 30, secondo un responsabile della sicurezza dell’ateneo. L’attacco, rivendicato dallo stesso gruppo di talebani che nel 2014 organizzò la strage nella quale persero la vita 150 persone, è stato messo a punto da un commando composto da 4 persone che è stato poi ucciso dagli uomini dell’esercito, come reso noto dal portavoce delle Forze Armate pakistane, il generale Asim Bajwa.
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Update:Snipers killed 2 more terrorists on roof top,total Terrorist killed so far 4.All buildings&roof top taken over by Army.op continues-3</p>— AsimBajwa (@AsimBajwaISPR) <a href="https://twitter.com/AsimBajwaISPR/status/689701594129133572">20 Gennaio 2016</a></blockquote>
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La ricostruzione – Lo scontro a fuoco tra le forze speciali e i mujaheddin armati di kalashnikov è durato circa tre ore. Nel pieno della sparatoria, centinaia di studenti e docenti sono riusciti a fuggire. Secondo quanto sino ad ora ricostruito, gli attentatori hanno fatto irruzione attorno alle 9 ora locale prima nel campus e poi dentro l'ateneo fondato da Khan Abdul Ghaffar Khan, un pacifista e rispettato leader della nonviolenza, conosciuto con il nomignolo di 'Bacha Khan' e morto nel 1988. Il giorno scelto dai talebani per l'azione armata non è stato casuale: proprio oggi nel campus era in programma una commemorazione, con lettura di poesie, del 18/o anniversario della morte di 'Bacha Khan'. Quando è iniziata la sparatoria, si accingevano a partecipare all'iniziativa 600 dei 3.000 studenti e professori presenti nel campus.
Il professore eroe - E nei racconti dei testimoni, spicca la figura di un professore definito "un eroe" dai suoi studenti. Insegnava chimica e si chiamava Syed Hamid Hussain; avrebbe usato una pistola che aveva con se per affrontare i terroristi, armati di fucili mitragliatori Ak-47 Kalashnikov. Uno studente di Geologia, Zahoor Ahmed, ha inoltre riferito che il docente ha urlato ai ragazzi di chiudersi in aula mentre lui usciva con l’arma in pugno.
La rivendicazione - L'attacco è stato rivendicato per telefono da Khalifa Omar Mansour, un comandante dell'ala dura del Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP), ma a sorpresa subito condannato dal portavoce ufficiale del movimento, Muhammad Khurasani. Il quale ha sconfessato l'operazione a nome anche del capo supremo del TTP, Maulana Fazlullah, definendola "anti-islamica" ed assicurando che i suoi ideatori "saranno puniti in base alla sharia islamica".
La strage del 2014 a Peshawar - L'attacco all'università Bacha Khan a Charsadda è una sorta di triste dejà vu del massacro del 16 dicembre 2014 (FOTO). Quel giorno un commando talebano uccise 150 persone tra i quali 134 scolari in un'operazione durata ore. Gli autori del massacro di allora erano sette, sempre membri dei cosiddetti talebani pakistani, il gruppo pakistano Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP).
Stessa firma dell'attacco a Malala - Stessa firma per l'attacco del 9 ottobre 2012 a Swat contro la giovane attivista Malala Yousafzai, che - oggi 18enne - vive e studia in Gran Bretagna. Due anni dopo l'attacco, Malala diventa la più giovane nella storia ad aver vinto il Premio Nobel per la Pace, dopo essere stata insignita a 16 anni del Premio Sakharov. "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo", è una delle sue frasi più celebri.