Migranti, Germania: "Controlli esterni non funzionano"

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Il segretario agli Affari interni tedesco: "Fino a quando le regole sull'asilo Ue non saranno rispettate, gli Stati membri daranno risposte singole". Bruxelles: "Schengen sia salvaguardata". La Danimarca: "Abbiamo ripristinato verifiche ai confini ma non abbiamo introdotto l'obbligo di attestare l'identità dei passeggeri per le compagnie di trasporti"

Abbiamo tutti "concordato che Schengen deve essere salvaguardata" e che "le misure messe in
atto saranno mantenute per lo stretto necessario" e cioè "fino a quando ci sarà una riduzione dei flussi". Così il commissario Ue Dimitris Avramopoulos interviene dopo la riunione con i ministri svedese e danese all'Immigrazione, Morgan Johansson e Inger Stojberg, ed il segretario di Stato agli Interni tedesco, Ole Schroeder, in una conferenza stampa congiunta convocata dopo la decisione dei due Paesi scandinavi di sospendere il trattato.

 

Germania: "Controlli esterni non funzionano" - "Il controllo delle frontiere esterne non funziona, in particolare tra Grecia e Turchia. Le registrazioni non vengono fatte. Eurodac non viene applicato. I ricollocamenti non vanno avanti", ha attaccato il segretario di Stato agli Affari interni del governo tedesco Ole Schroeder, che richiama la necessità di applicare le misure Ue. E spiega che fino a quando le regole sull'asilo non saranno rispettate e non verranno messe in pratica le soluzioni europee, gli Stati membri daranno risposte singole. Secondo il ministro dell'Interno tedesco, oltre 1 milione di migranti ha chiesto asilo in Germania nel 2015: 428.468 sono siriani, 154.046 afghani e 121.662 iracheni.

 

La Turchia critica l'Onu - Intanto, però, il governo danese precisa: "Abbiamo ripristinato i controlli ai confini ma non abbiamo introdotto l'obbligo di controllo dell'identità dei passeggeri per le compagnie di trasporti". Sempre dal fronte internazionale si registra l'attacco del premier turco Ahmet Davutoglu, che ha puntato il dito contro il sistema del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza: "La Comunità internazionale e il Consiglio di sicurezza dell'Onu sono i primi responsabili della morte dei 36 migranti avvenuta nel tratto di mare tra Turchia e Grecia".

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